“Dobbiamo pianificare la libertà, e non solo la sicurezza, se non altro perché solo la libertà può rendere sicura la sicurezza”
Karl Popper
Introduzione - Il Vaso di Pandora
Questo articolo è risultato di una certa estensione, perchè, pur cercando di sintetizzare il più possibile, ho via via integrato informazioni utili a mettere insieme i concetti storico-politici in un filo crono-logico, in base allo sviluppo degli eventi storici e di cronaca di interesse, nell'intento di essere esauriente e di renderli assimilabili alla più ampia platea possibile di lettori, con lo scopo di far capire le ragioni che hanno portato alla problematica situazione politica di paesi come il nostro ed altri. Per chi legge su uno smartphone, posizionatelo in senso orizzontale, l'articolo apparirà in realtà più breve.
Comunque, una possibile prossima sintesi sarà qui segnalata.
Inoltre, questo articolo contiene link web alcuni dei quali rilevanti per i concetti espressi, molti altri sono per chi voglia approfondire specificità degli argomenti trattati.
Il termine "Cupola" è utilizzato in un senso figurato nel gergo giornalistico italiano per indicare il massimo organo direttivo della mafia, che comprenderebbe i capi designati dalle famiglie più potenti di una specifica area geografica, ed in questo articolo il termine è inteso a trasmettere l'idea relativa a determinate entità la cui interpretazione dipende da chi l'avrà letto: un lettore più attratto da misteri, trame, macchinazioni, intrighi e occultamenti legga questo termine come affine al concetto di 'strutture di potere', un lettore più incline alla dissacrazione dei fenomeni lo legga come affine a 'catene di comando'; naturalmente in mezzo ci sono le varie sfumature caratteriali, visto che ciò prescinde dal grado di intelligenza di ognuno. Per uno come lo scrivente, che è cresciuto, in ambito familiare, in ambienti della Difesa, e per i riservati 'ricercatori di verità', la Cupola è un'insieme di gerarchie
storiche quantomeno opache, extra-territoriali, che generalmente si tramandano, inerenti a concentrazioni di potere, commistioni e consumazione di abusi, difficile da individuare anche per i più agguerriti fact-checkers, come ad esempio il
CICAP, ma in ogni caso, tra le varie ipotesi che lo scrivente ha in mente, anche se rimaniamo nel campo del non dimostrato, ho motivi sufficienti per ritenere che questa Cupola e cupole costituiscono sfere di influenza che sconfinano in ciò che dovrebbe essere la legittima politica di vari Stati, come l'Italia. Poi, più circoscritti, ci sono da sempre vari 'gruppi di interesse', più o meno ampi o locali e più o meno influenti. È l'aspetto dell'uomo come soggetto sociale, che tende ad aggregarsi in gruppi e comunità con scopi più o meno leciti (di strategie di sopravvivenza, per delinquere, per perseguire lavoro, per fare politica ecc.); pensiamo ad esempio ad associazioni di vario genere: mi vengono in mente tribù, associazioni sportive, partiti, società, aziende, 'famiglie', mafiose o ordinarie, governi, corti, oligarchie, club di vario genere, classi scolastiche, massonerie, eserciti, gruppi di amici, orchestre e band musicali eccetera,
anche le dizioni 'lobbies', 'logge' e 'potentati', che designano tendenzialmente in senso dispregiativo ampi gruppi che influenzano economie, mercati, politiche, informazione ed altro, un'esempio sono quelli del petrolio.
A tal proposito mi permetto una digressione a margine: osservo che l'epoca in cui viviamo vede trasformazioni tecnologiche tali che stanno trasformando le relazioni in senso sempre più digitale e virtuale, come effetto collaterale alimentando sacche di vuoti emotivi, solitudine e incapacità relazionali dirette.
Da non molto tempo ho deciso di diffondere più incisivamente le informazioni che ho
raggruppato in questo mio articolo, il quale prima avevo relegato ad un audience più ristretta ma avente alto profilo di popolarità, dati certi fatti come
questo che mi confermano ancora una volta di più, anche se personalmente non ne avrei bisogno, che bisogna stare un pò attenti a non escludere potenziali ritorsioni delle parti che chiamerò in causa, facenti parte delle attuali istituzioni militari di natura 'ibrida' di molti stati, riguardo cui accennerò dopo alcuni ulteriori episodi tra quelli venuti alla luce. Successivamente però, avendo considerato la generale situazione dell'epoca attuale, come l'evoluzione dei mezzi di comunicazione, ed in particolare che ormai varie persone di mia conoscenza e non,
ed importanti organizzazioni internazionali ne hanno preso visione, era per me urgente una divulgazione il più diffusa possibile.
Questo articolo è un compendio analitico di ricerca alquanto laboriosa, dove oltre a mie conoscenze personali nel campo militare, ma non di certo riservate,
tutti i contenuti di questa disamina sono di pubblico dominio, reperibili da varie fonti editoriali e giornalistiche, archivi storici, materiale sul web, e qualcos'altro, e ne faccio qui un riassunto. Quindi rassicuro certi lettori 'esperti' che le fonti da cui attingo non sono
leaks, informazioni segrete, né tantomeno segreti di stato.
Constatando che siamo in un'epoca caratterizzata da conflitti, tensioni, instabilità, diffuso disagio sociale e proteste delle cittadinanze, si vede che la conflittualità è una costante in tempi come questi, e storicamente politica e crisi vanno di pari passo. Già all'epoca, nel descrivere le crisi, il Presidente Abraham Lincoln disse: "Viviamo in mezzo agli allarmi, l'ansia offusca il futuro; ci aspettiamo qualche nuovo disastro da ogni giornale che leggiamo". Ma ogniqualvolta apprendo notizie dall'Italia riguardo manifestazioni di protesta, e le mobilitazioni di denuncia sociale come quelle delle organizzazioni sindacali, sorrido da conoscitore del mondo militare, ma non per il motivo che si potrebbe pensare. Sono partito da questa tematica non per analizzare i motivi del malcontento sociale, ma come introduzione al tema di questo articolo, che nasce con l'auspicio per tutti di una società migliore, semplicemente indicando come esiste l'assoluta urgenza di muovere i passi
in un percorso
imprescindibile verso una sostanziale riforma delle forze di polizia, e verso riforme istituzionali, nel nome di più compiuti stati di diritto e libertà civili di molti popoli rimasti indietro, come quello italiano. Quando avevo avuto conferma che la gente è sostanzialmente ignara che l'Italia e altri paesi, purtroppo hanno
l'illusione di fare parte di Repubbliche moderne, che in realtà tali non sono (in Italia dobbiamo risalire ad epoche passate come l'
Ètà comunale per vedere i primi tentativi storici di
Repubbliche che contrastano l'aristocrazia, seppur localizzate)
, era diventato doveroso per me esporre qui le ragioni storiche che hanno avuto luogo più di 2 secoli fà, dove ebbero origine i problemi del moltiplicarsi dell'espansione del numero delle forze dell'ordine, dopo aver fatto un'excursus delle loro conseguenze vedendo alcune delle cronache della nostra epoca, che sarebbe dovuta essere l'Italia repubblicana, ma come vedremo, mai realmente diventata tale. A Napoli dicono "curnuto e mmazziato": sapevo che gran parte del popolo (ed è così pure per gran parte della classe politica? O qualcuno ci è o ci fà?) era ignara di questa sua illusione, ma ad un certo punto mi ero accorto che tanta gente comune è pure ingannata, cominciando dal fatto che esiste una certa percezione collettiva di un falso problema quale quello di 'fare economia' sulle spese per le Forze dell'ordine, dove qualcuno alimenta ad arte una finta necessità di addirittura aumentarle: come vedremo,
al contrario queste spese sono del tutto irrazionali e fuori da ogni controllo, vedendo certa storia seguita dai dati attuali, che vedono in particolare l'Italia tra i primi posti in una classifica che rispecchia le 'manovre' della Cupola: se qui dovessero dispiegare tutti i capi, capetti, sottocapi e sottoposti, luogotenenti, colonnelli, marescialli e brigadieri dei vari corpi, comandi, reparti e sotto-reparti, casermoni, casermette e uffici vari, e chi più ne ha più ne metta, avremmo un plotone di agenti sotto il portone di ogni casa, ancora peggio che in paesi come la Cina; più sotto il rimando ai dati numerici al sottotitolo 'Zitti zitti, quanti sono!', ma suggerisco di leggere lo sviluppo dell'articolo, dove spiegherò quali cose non vanno, che sono quelle cose 'en passant' che passano inosservate ai più.
Inoltre l'articolo è rilevante per un vasto pubblico, inclusi politici (in particolare governi che urge spronare all'azione materiale), studiosi e attivisti, e mi piacerebbe coinvolgere anche gli ultimi, gli umili, gli emarginati, i nullatenenti, le persone semplici (semplicità non implica necessariamente mancanza di intelligenza), i poveri, chi è dimenticato, e i giovani, in generale agli uomini di buona volontà, ma 'strapazzando' anche le élite e cercando di dialogare con i 'nobilati', perché è importante per le tante persone ignare capire a chi la nostra politica è storicamente ancora realmente soggiogata,
e la reale, assoluta portata politico-sociale delle urgenti, non procrastinabili azioni politiche di revisione delle forze dell'ordine, e riguardo riforme della seconda parte della Costituzione italiana che qui vado a proporre, portata della quale quasi nessun cittadino comune di questi popoli è consapevole.
E poiché in molti paesi del mondo è in atto un crescente movimento di riforma delle forze di polizia, la cui motivazione principale è generalmente la razionalizzazione dei sistemi di sicurezza interna degli Stati e la promessa di una maggiore efficienza e dell'eliminazione di duplicazioni o peggio nelle attività di polizia, e dove in altri questo progresso evolutivo è già avvenuto, questo articolo vuole dare un importante contributo al dibattito sul loro futuro. Vista la storia e la cultura dei popoli dell'Europa continentale come il nostro, la svolta
riformatrice che qui espongo porterebbe ad una politica più forte ed efficace nell'interesse della comunità (capirete perché uso ancora il condizionale),
avviandoci verso una Repubblica più seria, e questo è inestimabile, inoltre,
buttiamo via almeno 13.3 miliardi di euro di soldi pubblici, una cifra enorme, già solo considerando il 2023, questo è il risparmio ottenuto attuando la più probabile soluzione tra quelle qui
urgentemente invocate e che i lettori apprenderanno, per risolvere il problema delle forze dell'ordine. Per altre sfortunate nazioni come la nostra c'è da fare un percorso simile, ma l'Italia come vedremo ha il record negativo, e vi renderete conto di dove vanno a finire tutti questi quattrini delle nostre tasse
(e tante! Tanto per cambiare, i contribuenti sull'orlo del baratro!), anche per rispetto delle tante aziende e liberi professionisti del tessuto produttivo italiano che rappresentano la fonte di una gran massa delle entrate fiscali (curiosità: il 90% delle imprese italiane hanno al massimo 9 dipendenti): con ciò rendiamo le forze dell'ordine molto più
snelle ed efficienti alla stregua dei paesi più evoluti, e rilasciamo una enorne mole di denaro per scopi più utili alla società (ho dedicato un paragrafo apposito su questo).
Qui indicherò al pubblico uno spartiacque tra la storia di un'Europa controrivoluzionaria e reazionaria, che ci appare lontana ma vedremo che purtroppo non lo è affatto, e il futuro che ancora a noi manca, e che altri paesi hanno già attraversato, come vedremo.
Ostacoli persuasivi
Nonostante questo articolo si focalizza su aspetti politicamente oltremodo critici,
lasciando fuori 'tifoserie' per questo o per l'altro partito o istituzione, e ad altra sede qualsiasi argomentazione riguardo le tipologie di sistemi economico-sociali nel mondo, potrei trovare qualche ostacolo persuasivo facendo considerazioni di natura psicologica, sociologica e antropologica, con l'assunto che non sia facile per il 'popolino' afferrare il contenuto di questo scritto, visto che le attenzioni delle persone sono normalmente occupate dai problemi di tutti i giorni e oggigiorno distratte da 'complotti' più o meno veritieri e più o meno abilmente alimentati, un esempio di finzione complottista è spiegato
qui, tra tanti altri che svelano le relative strategie a monte (precisando che sono sempre aperto a qualsiasi ipotesi, ma con un'occhio di riguardo alle fonti; ho trovato qualche libro che tratta questa questione sociale
"Mitologia del complottismo-Il Behemoth delle storie",
e "The new heretics-understanding conspiracy theories" (in lingua inglese), così come illuminanti articoli come
questo, che menziona anche alcuni aspetti psico-sociali delle teorie del complotto, come
qui sono esplorati aspetti correlati alla passata pandemia di Covid-19); allo stesso modo, le persone sono anche distratte da diffusa disinformazione (
qui riporto una ricerca (in inglese) che fà capire quanto sia sfidante mantenere l'efficacia a lungo termine dei metodi di contrasto alla disinformazione, (ma ultimanente ci stà venendo in aiuto l'I.A.), e notiziari più o meno involontariamente, ed anche un pò giustamente, allarmanti: ripeto, indipendentemente dal grado di veridicità, la nostra epoca così veloce è caratterizzata da
distrazioni di massa. Qualche ostacolo persuasivo potrebbe anche riguardare molte persone di una certa età, che possono rimanere ancorate a vecchi schemi mentali, risultando così refrattarie o non adattabili a venti di cambiamento (in positivo, s'intende), il quale è un problema in più per lo scopo di questo articolo, visto che il nostro è un paese con sempre più persone vecchie (piccola digressione: le neuro-scienze, studiando il cervello possono fornire intuizioni sull'invecchiamento e sulla sua prevenzione), mentre per contro i fanatismi prescindono dall'età, come ad esempio si vede dal recente ciclo di recrudescenza di alcune correnti di destra fanaticamente radicale in Europa; o chi non dispone di una appropriata visione mentale per cogliere gli aspetti della questione, oppure le persone, spero poche, non in sintonia con il mio spirito di rinnovamento, io in questi casi generalmente ritengo che queste non sono il genere di persone capaci di cambiare le cose.
Inoltre c'è chi subisce il cosiddetto 'fascino della divisa' (tendenzialmente tra il pubblico femminile, anche se non solo); ok, ma mi rivolgo a chi tra questi non stà attento a discernere tra 'l'abito e il monaco': ad esempio facendo un caso estremo, non che sia applicabile ai soggetti che qui prenderò in esame, ma anche le divise delle SS tedesche potevano esser piaciute a tanta gente...
Tutti aspetti questi, che volontariamente o meno offuscano una lucidità necessaria verso una presa di coscienza di tanta gente del nocciolo di questa questione, e verso il capire l'ubiqua
portata di quanto andiamo ad affrontare, dove potenti ma praticamente pressochè non visibili, retroscena fanno la differenza tra uno stato di diritto, un 'finto' tale e un non tale, che è quello che a me interessa far capire. Ma farò del mio meglio, accompagnando tutti gli avventori al presente scritto più o meno arguti, fornendo loro una serie di elementi che attualmente mancano alla persona comune: per chi mi seguirà,
riusciremo a mettere insieme i pezzi di questo puzzle, ed in questo modo chi avrà letto questo articolo potrà formulare ipotesi riguardo la Cupola, ma non illudetevi: questa rimarrà comunque sfuggente e opaca, è il suo storico 'mestiere'.
Premetto che per i popoli che hanno subito le conseguenze di quell'epoca non è una bella storia, io sono consapevole che essa ha portato con sé conseguenze gravi per aspiranti moderne Repubbliche; e la situazione da allora per molti popoli non solo non è cambiata, ma anzi come vedremo in Italia è peggiorata; non solamente, ma visto che l'argomento in discussione interessa le funzioni di ordine pubblico e sicurezza, leggendo documenti e seguendo documentari sulla criminalità, ho constatato che indipendentemente dall'entità/quantità di forze dell'ordine, la criminalità è rimasta più o meno la stessa ed ha aumentato i suoi guadagni, quindi dobbiamo piuttosto puntare su altre cose, tra cui il ruolo sociale della prevenzione attraverso vari mezzi come ad esempio l'istruzione (uno spunto avuto da una puntata della trasmissione TV 'TGR Leonardo' del 17/04/2025: moralità<-->
empatia [capacitá di mettersi nei panni di qualcun'altro]<->emozioni<-->ragionamento<-->
età evolutiva), l'importanza dei delicati ruolo e gestione dell'
informazione al pubblico, e stare al passo con la criminalità riguardo la
tecnologia. Aggiungo che su questi aspetti ne faccio anche un'associazione con la mia opinione riguardo le competenze dei leader della classe politica e parlando di criminalità, argomenti su cui mi esprimerò meglio dopo.
Diamo un'occhiata dentro Il Vaso di Pandora:
Abusi di potere, 'Cupole' e (dis-)informazione
Rispetto all'inizio già solo di questo millennio, abbiamo visto cambiare la galassia multi-mediatica in una evoluzione tecnologica e sociale, ma la sostanza sinora sembra non migliorare, perchè è difficile barcamenarsi nel proliferare di disponibilità di informazioni e contro-informazione variamente organizzate, in particolare sul web, e come mai finora il moltiplicarsi di guerre e propaganda mediatiche tra fazioni di potere operate da 'Cupole' e 'contro-Cupole', in questo articolo mi riferisco alle cupole delle forze dell'ordine e delle correnti politiche in molti stati, a caccia di consenso della cittadinanza. Figuriamoci poi in posti come l'Italia, la quale è messa maluccio riguardo la
libertà di comunicazione, 49º su 180 Paesi, secondo il
Rapporto annuale 2025 di Reporters Sans Frontières (peggio del 2024), e nei paesi dove c'è di
peggio, c'è poco da ridere al riguardo: speriamo che iniziative come
questa dell'Unione Europea vengano in aiuto al miglioramento dell'indipendenza e pluralità del comparto mediatico. Per contro, aggiungo
qui una vasta analisi di dati sul fenomeno disinformazione ancora in Italia su alcuni social networks, durante un periodo pre-elettorale nel 2019. Qualcuno diceva "La verità si difende da sola", ma noi comuni mortali dobbiamo 'difenderci' dalle strategie di comunicazione.
Infatti, storicamente l'organizzazione dei modi in cui l'informazione è divulgata e veicolata, può essere abilmente progettata per vari scopi, ad esempio non solo per scopi effettivamente utili alla comunità (pensiamo all'attenzione data alle guerre), ma anche a scopo distraente, in modo da deviare le attenzioni verso altri fatti per coprire misfatti o notizie scomode per qualcuno (in modo da occultarle o mantenerle in secondo piano e farle andare nel dimenticatoio), o anche per dividere le opinioni della gente e creare fazioni, indicando falsi nemici a cui dare tutte le eventuali colpe, per impedire quindi l’individuazione dei veri responsabili di raggiri, malversazioni, manipolazioni, disastri, violenze ecc. che si possono subire: qui il detto “Divide et impera” illustra bene questo concetto; il risultato dell'abituarsi a certe 'verità' è amplificato quando informazioni specifiche sono diffuse ripetutamente dai principali mezzi di informazione 'mainstream'.
Un altro fattore è la scelta e l'utilizzo che se ne fà di certe parole (esiste un gergo giornalistico), ad esempio da un pò di tempo a questa parte sento parlare da alcune parti di 'riarmo' dell'Europa. Ora non vorrei essere frainteso, per me nessuna guerra dovrebbe esistere (
qui alcune mie considerazioni), ma nel contesto attuale è una espressione
retorica, ove meglio
sarebbe dire 'potenziamento della difesa europea' (l'Europa è sempre più debole nell'
evoluzione dell'ordine globale), mentre, e qui la 'distrazione di massa',
il reale riarmo zitti zitti lo hanno avuto le forze dell'ordine, in particolare alcune specifiche. Ne vedremo dopo anche gli
spaventosi costi economici per la società, e le soluzioni.
Aggiungiamo inoltre a tutto questo che oggigiorno i mass-media si possono avvalere di 'addetti', strumenti e tecnologie che possono essere utilizzati a scopo malevolo, come i cosiddetti Troll, i quali possono anche essere assistiti dai 'BOT', che qui non indica Buoni Ordinari del Tesoro, ma programmi 'Ro-Bot' fatti con lo scopo, tra altre cose (all'inizio venivano usati per mandare e-mail in automatico, e certi virus informatici agiscono diffondendosi come tali), di automatizzare la scrittura e la diffusione di commenti e post su canali digitali, siti web popolari e quant'altro. Poi con il recente avvento dell'intelligenza artificiale, di cui tutti ormai conosciamo i vari chatBOT che hanno rivoluzionato l'era della conoscenza e tra le fonti da cui ho attinto per scrivere questo articolo, i 'troll-BOT' ora raggiungono livelli ancora più sofisticati. Oramai con l'avvento dell'I.A., tastiamo addirittura terreni dove la finzione può essere scambiata per realtà e viceversa, e
chiunque ha a disposizione strumenti di lavoro che, oltre a servire la nostra creatività, permettono di moltiplicare a dismisura le capacità di espressione multimediale, di cui vi lascio qui qualche articolo di alcuni 'casi d'uso':
Poi per chi vuole approfondire la tematica della comunicazione di massa, c'è specifico materiale inerente la materia, come
questo in italiano. Ad esempio, per quanto riguarda il mezzo televisivo, evito completamente i notiziari di canali mainstream come i primi due della RAI, parte del terzo, e i canali Mediaset, dove vedo chiaramente bias e impronte comunicative, basati su fattori quali l'ordine di priorità dato alle notizie, con notizie "scomode" escluse e altre notizie "spinte", tra gli altri fattori. Questo mi induce a pensare a reti e sottoreti di affiliazione alla 'Cupola'.
Ciò detto, vista la anomala e del tutto irrazionale
presenza di diversi organi nazionali di pubblica sicurezza in Italia (tema principale di questo articolo), per 'par condicio' tra questi vari 'galli a cantare' in tema di cronache di abuso di potere, mi tocca riportare qui a seguire (e chi avrebbe mai creduto un giorno di dover fare citazioni a causa di una par condicio di questo genere!) un campione, per brevità, dei casi di cronaca tra quelli denunciati alla giustizia, (tra chissà quanti altri di cui molti forse non si saprà mai), di cui alcuni oggetto di accurati approfondimenti televisivi, altri poco noti: qui riguardo i Carabinieri, oltre all'episodio riferito in precedenza: (
1) (
2), qui riguardo la Guardia di Finanza: (
1)
(2) (
3) (
4) (ed un libro sul '
dossieraggio'), qui riguardo la Polizia penitenziaria: (
1) (
2) (per i casi ancora in corso di giudizio, intanto potete farvene un'opinione), e per quanto riguarda la Polizia di Stato, riprendo la tematica delle manifestazioni di protesta, e tra quelle che hanno avuto conclamati tragici risvolti, richiamo alla memoria la cronaca degli scontri che accompagnarono il vertice G8 di Genova del 2001 con le successive rappresaglie della Polizia (alcuni riferimenti qui:
un toccante racconto e Processi e decisioni giudiziarie sul G8 di Genova e A Bolzaneto fu tortura-strasburgo condanna l'italia), prescindendo in questa sede da giudizi politici sull'accaduto, nello spirito di questa trattazione.
Sempre tra i casi italiani, un 'capostipite' sospetto in epoca moderna, è stato il caso Montesi (
qui un passaggio sintomatico), mentre ad esempio
le inchieste ed il processo per la morte del bandito Salvatore Giuliano e la vicenda
Melone-Marzano (anche
qui un'articolo della stampa all'epoca; da questa vicenda, sostituendo la figura del questore del reale accaduto con quella di un sindaco per motivi di censura, prese spunto il film 'Il Vigile' del 1960 con Alberto Sordi) sono altri 'storici' fatti di cronaca dai risvolti
poco chiari; tornando alle cronache che vedono coinvolti Carabinieri, non potevo poi esimermi da una edificante
intervista ad Ilaria Cucchi, persona che conosciamo un pò tutti, il cui fratello è stato
pestato a morte in una caserma dei Carabinieri; infine, in aggiunta alla ormai vasta letteratura in merito ai fatti e misfatti dietro tanti 'misteri' della storia d'Italia e delle cronache anche recenti (citerò qualche fonte più avanti), cito
questo libro che riguarda storici intrecci mafia-servizi di intelligence-Carabinieri-Corte Suprema di Cassazione-politici, uno di quei casi in cui si toccano i livelli più alti degli attuali poteri,
un'ampia denuncia da parte di qualche valoroso magistrato che le 'parti interessate' stanno tentando di mettere a tacere. Sono tutte storie queste, che aiutano il lettore verso la comprensione delle sottostanti forze cospiratrici ancora oggigiorno in gioco.
Segnalerò dopo altri esempi bibliografici che aiutano ulteriormente a questa comprensione, qui intanto cito
questo esemplificativo.
Comunque, in materia di abusi di potere,
sò bene che aspetti come i comportamenti di agenti di polizia di qualunque specie nel trattare persone che fermano o arrestano, esistono anche in nazioni più giovani della nostra, ricordiamo tutti il triste caso
Floyd ed
altri casi simili, qui altri
esempi, né prenderei alla leggera avvertimenti come
questo articolo già di qualche anno fà, che sollevano questioni di
legittimità e
privacy nella gestione della pubblica sicurezza; riguardo questo aspetto segnalo un
discorso di un giurista e professore universitario italiano che insegna in California e a Torino (se il link precedente non dovesse funzionare provare
questo; in ogni caso per aprirli viene richiesto di autenticarvi selezionando un'indirizzo di posta elettronica
gmail riconosciuto). È chiaro che poi tutto ciò non implica che chi viene fermato debba essere accolto con tappeto rosso e guanti di velluto: si passerebbe da un estremo all'altro.
Potenzialmente qui potrei offrire una occasione per eventuali presumibili parti interessate, e non necessariamente anziani, che potrebbero brandire le solite argomentazioni che puntano il dito verso presunte campagne denigratorie contro le forze dell'ordine, e che sono favoriti da una più o meno sottile e martellante macchina mediatica 'mainstream', allora direi che in questa sede sarebbero del tutto fuori luogo: più che ci sono ci fanno (addirittura c'è chi ogni tanto usa espressioni tipo "abbiamo le migliori forze dell'ordine" ecc., e in questi casi uno capisce che ci fanno: la realtà è ben diversa, semmai ci fosse bisogno di smentita, giusto per darvi qualche spunto, al paragrafo 'Criminalità e Pubblica Sicurezza'). A me basterebbe dire che tali e tanti sono i fatti di abuso di potere come quelli citati, con in campo troppe istituzioni di polizia in Italia, che parlano da soli, inoltre c'è il problema del condizionamento militare della politica, perché come un pò tutti sappiamo l'universo militare è a sé stante con ampli margini di autonomia, quindi aldilà di tutti i singoli casi di abuso, militari e civili, è un problema strutturale per la giustizia civile: è come per la cura dei problemi di salute, talvolta se ne possono alleviare i sintomi (es. gli antidolorifici), ma se non si estirpa la causa del problema, il problema rimane. Quindi non se ne uscirebbe proprio mai SE NON imboccando la strada che và nella giusta direzione, quella delle soluzioni che qui propongo: ristrutturazione generale delle forze dell'ordine e riforme di alcune parti della Costituzione, qui cito quella italiana, ma potrebbe essere il caso di altre, mi viene in mente la Francia come altre parti del mondo. Come dicevo, la mia è una 'campagna' per far funzionare meglio le forze dell'ordine evitando duplicazioni/triplicazioni/ecc., alla stessa stregua dei paesi, sotto questo punto di vista, più avanzati del nostro.
Una nota importante: mi aspetto che la grande maggioranza degli operatori delle forze dell'ordine siano brave persone, ma riflettete sul fatto che nell'attuale complesso apparato italiano ci sono poteri più potenti di altri.
Riguardo la Democrazia
Conoscitore da vicino del mondo militare, ma animato dal rispetto per la conoscenza della verità soprattutto se nascosta alle masse senza ragioni valide, non ritenendomi affetto da fanatismi di alcun tipo, sostengo fermamente gli stati di diritto e la sovranità, a mio avviso realisticamente fattibile solo in maniera indiretta, (ad es. 'rappresentativa') dei popoli, e condanno tutto ciò che, anche potenzialmente, porta a ogni forma di classismo, a cominciare da 'sospette' istituzioni pubbliche, accostandomi alla visione di
Repubblica (qui ho scelto la versione in inglese di questa voce Wikipedia perchè più esaustiva) di
Giuseppe Mazzini,
l'anti-monarchico sognatore di quella 'Giovine Italia' e 'Giovine Europa' che precorrevano vedute più ampie, a prescindere da come ognuno possa ritenere il suo orientamento politico, visto che ho imparato che, come vedremo, le auto-classificazioni sono relative. Con alcune probabili differenze rispetto a lui: io sono a favore dell'idea di
un sostanziale decentramento amministrativo (l'art.5 della Costituzione italiana và in quella direzione) nelle sue varie espressioni repubblicane, imprescindibilmente
incluse proprio le forze dell'ordine, magari in maniera meno frammentaria rispetto a paesi più grandi come gli Stati Uniti; molte nazioni moderne, nel resto del mondo ed europee, sono oramai federazioni di stati, fino ad arrivare a quelle
Città-Stato (non sono milanese ma condivido, e dalla lista dell'articolo referenziato manca Berlino) che si sono rivelate un modello vincente nel mondo; altra differenza riguarda il fatto che secondo me l'azione politica deve essere informata tendenzialmente da presupposti laici.
Prima di addentrarci nella spiegazione dei problemi, ho una sfida per i lettori, diretta in particolare agli studiosi di materie delle scienze sociali, comportamentali e antropologico-culturali, che possono avere una adeguata preparazione per meglio valutare la seguente considerazione:
“È tipico della democrazia che la regola della maggioranza sia intesa come efficace non solo in politica ma anche nel pensiero. Nel pensiero, ovviamente, la maggioranza ha sempre torto.” cit. Joseph Campbell, The Power of Myth (con Bill Moyers).
Tra i concetti che l'essere umano ha sviluppato nel corso della storia c'è quello di
democrazia, per la quale non ci sono
definizioni univoche e non controverse, come non ce ne sono per il concetto di Stato, ma definizioni più empiricamente e comunemente accettate, per una rimarchevole idea di democrazia teorica cito ancora il Presidente americano Abraham Lincoln con una sua famosa frase "Government of the people, by the people, for the people" (lui poi verrà assassinato). Premettendo che esiste una vasta
elaborazione critica in materia, se prendiamo l'assunto di Campbell, una 'perfetta' democrazia come immaginata da Lincoln all'atto pratico può non essere fattibile, visto che anche non volendola esacerbare, sarebbe caratterizzata dal contrasto tra fallacia del pensiero collettivo (una ragione può essere perchè è condizionato dall'animo umano individualista?) e meccanismi regolatori di una politica definentesi democratica, e ne deriverebbe che la democrazia potrebbe a volte o spesso risultare di impedimento all'azione dei governi (
qui un discorso più particolareggiato con assistente I.A., a livello divulgativo in inglese). D'altra parte un altro aspetto della democrazia è il fatto che, non necessita di implicare che chiunque sia in grado di fare politica, e forme specifiche come democrazia rappresentativa sarebbero in linea con questo. Mi domando: se tutti fossero in grado di fare politica, forse non ci sarebbe bisogno di fare politica? Un'altra mia ipotesi per spiegare l'affermazione di Campbell è che maggiore è la disinformazione o la cattiva informazione, ed abbiamo visto che in Italia sotto questo aspetto non stiamo messi bene, e più la 'saggezza popolare' è fallace, questo sarebbe un motivo in più da cui dedurrei che per contrastare questo fenomeno, quando si costituiscono i
vertici di una classe dirigente, bisogna prestare attenzione alla loro qualità ed al loro profilo umano e morale. In Italia, in questi posti di vertice io includerei il Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministri, forse sottosegretari, e capigruppo parlamentari, inoltre questa classe politica dirigente propongo essere composta da studiosi delle moderne
scienze umanistiche, sociali e psicologiche. Queste ad esempio includono le (neuro-)scienze a carattere comportamentale, considerando anche aspetti del comportamento come l
'etica, poi la psichiatria, la sociologia, l'antropologia, l'antropologia politica ed economica, la psicologia comparata, la sociobiologia, la psicologia ambientale, la psicologia evolutiva, ed altre materie affini. Ora, questa mia proposta potrebbe essere in una certa misura associata al concetto di tecnocrazia, tuttavia è necessario chiarire il significato del prefisso 'tecno-'. Infatti, esiste una sostanziale differenza tra un tecnocrate ingegnere o medico e un esperto antropologo o letterato. In parole semplici, non tutti i tecnocrati sono uguali: il termine dovrebbe essere interpretato diversamente a seconda del contesto specifico di competenze e perizie.
E se gli esponenti della classe dirigente conoscessero almeno un pò di storia, sarebbe ancora meglio. Tra queste materie di expertise non ne ho incluse altre, che non sono inerenti lo studio della persona come individuo e nel collettivo, tipo scienze politiche o filosofia, perchè penso, pur se la sensibilità umanistica è distribuita tra persone aventi diverse formazioni, che le materie nel precedente elenco tendenzialmente si accostino a personalità più sensibili al nostro essere umanità, che è ciò di cui in sostanza la poli-tica non può fare a meno. E poi, del resto un sociologo può essere anche un politologo o filosofo. In questa visione assumo che ovviamente il personale di supporto dipendente dai suddetti leader politici può avere qualsiasi competenza o capacità oppure non averne nessuna in particolare o avere doti personali di interesse. Infine, inutile dire che poi i politici non dovrebbero essere influenzati da potentati nascosti di alcun genere: tutte queste informazioni devono essere accessibili, come avverrebbe in altri Paesi.
Ancora una riflessione su un'altra citazione, che è di Irving Kristol, secondo cui [un risultato della] democrazia è non già quello di garantire uguaglianza di condizioni, ma di opportunità: forse potrebbe favorirla? Non lo sò, secondo me neanche questo, non ne avrebbe la forza, quindi credo che, riprendendo il discorso di Campbell, una classe politica dirigente oculata forse 'è costretta' a propositi che bilanciano 'livelli' di democrazia di un popolo in maniera proporzionale al suo livello di consapevolezza, o per il discorso inverso, al suo livello di ignoranza. Pensiamo a paesi come l'Italia dove non mancano 'furbetti', pallone-dipendenti, papponi (in linea con l'illegalità ormai diffusa in tutto il mondo, vedremo qualche dato sulla criminalità in Italia in un paragrafo apposito) e con problemi di
analfabetismo funzionale: non è proprio un esempio della menzionata 'saggezza popolare'. E fanno bene i tanti giovani brillanti ad espatriare, svuotando di qualità questo paese. Quindi se assumiamo che un aspetto della buona politica implica un'ordinamento organizzativo di una società, la democrazia nasconde in sè i rischi di un'entropia (disordine) sociale in cui qualcuno ha supposto uno
stadio di governo deteriore nel quale la guida della pόlis è soggetta alla volontà delle masse, un'argomentazione che
ha stimolato la mia curiosità. E qualcuno ha teorizzato che ci sarebbero periodi storici caratterizzati da questo 'caos', seguiti da periodi di (auto?)-riorganizzazione sociale, avendo come conseguenza diversi sistemi di governo che si ripeterebbero
ciclicamente nella storia. In ogni caso, se ci pensate, nulla è per sempre, nel bene come nel male (per fortuna) compreso il fatto che noi bisogna sempre vigilare.
Comunque se si potesse 'garantire' uguaglianza di opportunità, ci sarebbe molto meno lavoro da fare per possibili governi virtuosi che abbiano come scopo primario, il perseguimento di
condizioni di vita sostenibili per qualunque loro cittadino il quale, per vari motivi, si trova in maniera per lui insormontabile a vivere in una condizione non dignitosa ed abbia buona volontà, oppure sia inabile o altre cause constatate essere di forza maggiore. Questo è un intendimento che dovrebbe far parte di una dialettica politica che non ignori il concetto di
diritto naturale (chiamato anche giusnaturalismo), anche
qui c'è una efficace sintesi storico-concettuale in inglese al riguardo. Per completezza, ho incluso qualche classifica riguardo il livello di democrazia delle nazioni, al paragrafo 'Stati di diritto'.
In ogni caso, questo articolo qui si focalizza sull'espressione più basilare e quanto più compiuta di un moderno Stato repubblicano.
Prese di coscienza
Quindi, dal precedente discorso sugli abusi di potere, traggo gli spunti per far capire una certa storia in una certa Europa in una certa epoca, che ha fatto indietreggiare di molto un percorso storico-sociale che andava avvicinando i popoli verso una direzione delineata dalla evoluzione moderna dei concetti di Stato e di governo, con i vari aspetti che questa dovrebbe implicare per la società. Il nocciolo della questione risale ad un'Europa dove eventi storici vecchi di oltre 2 secoli sono l'origine del perpetuarsi sino ad oggi di certe élite di 'intoccabili' perfino dai governi legittimi.
Partiamo dal presupposto che qualsiasi forma di governo che dovrebbe essere una Repubblica
(democratica o meno), ancora di più con la distinzione sempre più stabilita tra Repubblica e "
monarchia o oligarchia nobiliare",
è con queste in antitesi, quindi vediamo che le espressioni di fatto repubblicane in Europa e nel resto del mondo sono un continuo processo di evoluzione e involuzione, di conquiste e arretramenti, su di esse aleggia sempre più o meno in alto lo spettro di
derive repressive e governi affini, e sono sempre fragili e suscettibili di vacillamento (facendo un'analogia, sono un pò come chi cammina su un tapis roulant dove bisogna 'camminare' sempre, se si rallenta o ci si ferma, si viene sbalzati all'indietro, anche considerando che il tappeto mobile, che scorre nel senso opposto al tuo, può andare più o meno veloce) tanto che i popoli di ciascun luogo sono chi di più, chi di meno soggiogati.
Per un invito al lettore al ragionamento, un'indizio dell'enorme ritardo sociale dell'Italia in linea generale, nel lungo percorso verso le libertà civili di un moderno 'stato di diritto', è la purtroppo non tanto lontana data di messa al bando solo nel 1981 del criminale '
delitto d'onore', che, pensate, riduceva di tanto le pene, quando addirittura giustificava certi fatti, ed anche per infanticidio 'riparatore' (ci sono ancora paesi, come il Pakistan, con queste assurde concezioni), mentre ad esempio negli Stati Uniti la schiavitù è stata messa al bando 'solo' nel 1862, che per le epoche storiche è un passato recente.
Ripeto, non sono oggetto di questo articolo giudizi su fatti specifici, visto che andiamo a vedere più nel profondo il substrato storico che condiziona la politica di stati come l'Italia. Ecco quindi che aldilà del valutare il peso sociale delle manifestazioni di protesta, il mio scopo è quello di provocare prese di coscienza (può sembrare banale, ma è bene ricordare che presa di coscienza è quando si acquisisce qualcosa che prima non si sapeva o era 'sottobosco') nella più ampia fetta di popolazione possibile, di aspetti (e misfatti) storici di tipo sostanzialmente 'tecnico', perciò visti da fuori apparentemente 'marginali', e che quindi non si sanno in giro, come ad esempio
questo, ma di primaria importanza per lo scopo di questo articolo, e chi attualmente ne impersona l'eredità certamente neanche avrebbe interesse a 'pubblicizzare', perché questi rappresentano potenti interessi di chi ancora storicamente 'manovra dietro le quinte'.
La genesi di questo articolo prese spunto dal fatto che, partendo anche dalle mie conoscenze, osservavo che nei paesi sotto questo punto di vista più sviluppati, esiste solo una forza di polizia a copertura nazionale o federale. Succede altresì che in questi paesi i loro eserciti, marine ed aeronautiche si occupano di difesa del loro territorio, ma eccezionalmente permangono loro compiti straordinari di ausilio alla di pubblica sicurezza della popolazione civile, poi maturando nel tempo questa consapevolezza, cominciai a fare ricerche più approfondite sull'argomento che è uno dei temi principali di questa analisi, e nel tempo ho ulteriormente approfondito la storia comparata delle organizzazioni militari e civili coinvolte, in Europa e non solo, partendo dall'epoca della Rivoluzione francese. Questo ha incluso anche una distinzione tra gli organi militari della Difesa per quanto ragionevolmente necessari alla nazione, ed ove esistenti, quelli delle polizie militari che hanno giurisdizione civile, o 'ibride'.
A scuola generalmente non mi piaceva la storia, ma nella mia incoscienza di allora alcuni periodi mi affascinavano di più, poi a distanza di (molti) anni, il mio cercare i veri motivi di certe 'sfaccettature' della società odierna, mi ha motivato a fare approfondimenti storici di interesse inerenti gli argomenti di questo articolo, e questo mi ha fatto anche capire perchè la maggior parte delle cose di natura umana che esistono e accadono oggi, sono motivati da cause e sviluppi avvenuti in un passato che può essere più o meno lontano, che quindi influenzano il presente. L'istruzione scolastica, almeno quella pre-universitaria, non può approfondire molte vicende al punto tale da ricreare dei contesti più ampi, in modo da poter formare giudizi più
informati rispetto a tanti accaduti, vuoi perché sarebbe troppo impegnativo in età scolare, vuoi per l'eventualità di nuove scoperte e informazioni anche di tipo storico, e ancorpiù nella cronaca; quindi spesso sono appassionati studiosi che rielaborano o re-interpretano più criticamente i fatti, approfondendo le proprie conoscenze immergendosi in quella o quell'altra indagine storica verso un vero ampliamento di prospettive su ciò che viene narrato. Ad esempio, sapevate che
l'andamento, e quindi l'esito, della rivoluzione francese fu in gran parte determinato dal conflitto tra una rivoluzione e una contro-rivoluzione?. E se fosse andata meglio, magari ci saremmo evitati la venuta di Napoleone!, e dopo oltre 200 anni non ci saremmo ritrovati, ahinoi, pure noi NON francesi, ancora nella situazione attuale che stò qui analizzando. E voglio far capire al pubblico come l'argomento di questo articolo interessa tutta la società in modo pervasivo.
Militari e civili, e complotti veri
Comincio dall'assicurare il lettore che la storia e le cronache ci insegnano che, purtroppo in gran parte del mondo, esiste lo scontro tra poteri militari e dove più o meno presenti forze politiche aspiranti ad una civilizzazione della politica, dove ognuno tira dalla propria parte; e dovunque sono presenti regimi autoritari o repressivi, esistono sempre forze di polizia militari come loro braccio armato di supporto, come fù il caso dei monarchi della Restaurazione europea, di cui a breve riporto cenni storici al riguardo.
Intanto un elenco delle forze di Polizia nel mondo lo trovate
qui (in inglese).
Riguardo a poteri autoritari/repressivi, basta vedere che nella storia si è sempre ripetuto qualche
colpo di stato militare da qualche parte del mondo (ad esempio in Spagna,
Cile,
Argentina, ultimamente in
Bolivia, Myanmar, Haiti,
Burkina Faso,
Mali), e non da meno con vari tentativi nell'Italia "repubblicana" (
it.m.wikipedia.org/wiki/Categoria:Colpi_di_Stato_in_Italia , uno indicativo è stato il 'Piano SIGMA',
con storie di 'suicidi' molto, molto strane (si veda anche
qui): questo è un esempio di vero complotto; per non citare altri paesi sempre in bilico con governi variamente repressivi, chi più chi meno, come Iran,
Siria,
Turchia, regione del
Sahel in Africa, poi
Venezuela,
Colombia; e per non menzionare posti come la Cina (vi ricordate la loro vigilanza durante la pandemia COVID-19?). E qui, le persone più intelligenti già dovrebbero cominciare a capire più in profondità la vastissima portata delle implicazioni del fenomeno.
Eloquenti sono articoli come questo, qui uno simile in inglese, purtroppo tristemente attuali. Premetto che in paesi più avanzati del nostro, la regola è che in casi di necessità contingenti le armi della Difesa (Esercito, Marina e Aeronautica sarebbero pienamente sufficienti) operano come possibili attori di ausilio alla pace, che mi auspico sempre, ed avrebbero la disponibilità 'gratis' ed i potenti mezzi per eventualmente essere impiegate laddove fosse utile in
cooperazione e a
supporto agli organi di elezione della pubblica sicurezza, le forze di Polizia (in non auspicati tempi di guerra vigerebbe il codice penale di guerra e gli organi della Difesa assumerebbero anche funzioni dì pubblica sicurezza); penso ad esempio all
"Operazione strade sicure" (dove qui però doterei i corpi dell'esercito che si avvicendano per questo compito con armi come quelle in dotazione alle polizie civili, non escludendo i Taser); e parlando di sinergie, un'interessante documento riguardante la collaborazione tra Polizie locali e la Polizia di Stato (che in altri paesi è una Polizia Federale), è scaricabile come
Ecco allora che si impone un discorso molto più ampio e determinante, dove qui vi porto informazioni specifiche, di cui le masse non hanno conoscenza per vari motivi, sono quindi a sintetizzarle. Spero che nessuno rimanga deluso dicendo che qui non c'entra il fascismo, dove è giusto che ognuno di noi debba essere vigile su certi fenomeni, ma senza correre il rischio della distrazione collettiva da altri fenomeni socialmente molto negativi (sul fascismo per fortuna esiste una amplissima letteratura in merito,
qui e
qui 2 corposi compendi letterari).
Qui mi occupo di eventi più lontani nel tempo, che hanno portato all'attuale situazione dove gli attori sono
Repubbliche contro quelle forze in gioco di cui accennavo parlando degli abusi di potere, con queste ultime a tutt'oggi ancora ben connesse con i
posti di comando di molte società, è una questione
irrisolta dove in Italia come altrove c'è ancora
tutto da fare. Anche nella storia umana relativamente recente, molti sono stati gli
episodi di retrocessione nell'almeno apparente percorso evolutivo verso società meno represse e con più diritti civili (non parlo di aspetti socio-economici), ed ora visto che il problema in esame è l'eccesso di istituzioni e le quantità delle forze dell'ordine, intanto dobbiamo dare alcuni cenni storici nel caso italiano, che ha un record assoluto negativo con 4 forze di polizia, compresa la Polizia Penitenziaria perchè in tempi recenti si è 'allargata', avendo visto estesi i suoi compiti quasi alla stessa stregua delle altre 3, su questo darò dettagli in seguito tralasciando le loro origini storiche. Per brevità sintetizzerò quindi la nascita delle attuali forze dell'ordine ibride, ossia gli organi ad ordinamento militare e con giurisdizione civile, e della Polizia di Stato. La loro storia, poco conosciuta ai più, comincia più di 2 secoli fà:
stò parlando di quello il quale risulta essere un mondo più o meno parallelo a seconda della nazione, quello delle Gendarmerie.Voce più simile in inglese:
Militarizzazione della polizia
La storia delle Gendarmerie, condensata il più possibile pur mantenendo gli eventi chiave
La storia di grossomodo tutte le attuali gendarmerie negli Stati in cui sono ancora presenti, nasce in Francia dalla '
Gendarmerie nationale' (ho indicato la voce Wikipedia in lingua francese perchè più completa, incluso un rimando a
voce più dettagliata), un corpo militare discendente diretto delle vecchie milizie chiamate 'Maréchaussée', che era incaricato della polizia e della giustizia negli eserciti fin dal Medioevo, e che poi, passando per il cosiddetto periodo storico detto 'Ancièn Regime', divenne progressivamente una forza di polizia competente per l'intera popolazione su quasi tutto il territorio francese.
Nel 1720, la Maréchaussée fu simbolicamente posta sotto l'autorità amministrativa della Gendarmerie de France, corpo di cavalleria pesante assimilato alla casa militare del re, che fu sciolta il 1° aprile 1788, e la Maréchaussée mantenne i poteri di giustizia straordinaria (detti “prevosto”) fino alla Rivoluzione francese. In quel periodo, nel 1791, un'Assemblea nazionale costituente, organizzata dai deputati degli Stati Generali a causa del rifiuto dei deputati della nobiltà e del clero di sedere con quelli del terzo stato, e redattrice della prima Costituzione francese, non volle conservare il nome di Maréchaussée, troppo legato all'Ancien Régime', così dandogli il nome di 'Gendarmerie nationale'.
Successivamente nel 1799 salì al potere Napoleone Bonaparte con un colpo di stato, che poi costruì il suo impero con le guerre napoleoniche (
che provocarono circa un milione e mezzo di vittime civili e oltre tre milioni di combattenti caduti), e contestualmente al voler riformare le precedenti istituzioni pubbliche ed il Diritto nei territori del suo impero, introdusse il concetto di Gendarmeria in diverse altre nazioni europee da lui conquistate, mentre qualche paese, per sua fortuna, non subì questo influsso, come il popolo inglese che anzi partecipò alla sua disfatta finale con la battaglia di Waterloo. Dopo la sua sconfitta, in un momento storico reazionario noto come la '
Restaurazione', culminata con il Congresso di Vienna nel 1815, tornarono al potere le precedenti antiche monarchie assolute, e questi re, che di nuovo
se la cantavano e se la suonavano, adottarono dette Gendarmerie.
Così in Italia le gendarmerie sono frutto della famigerata dinastia savoia, quando durante
la summenzionata Restaurazione [appunto]
, nel luglio del 1814, sul modello della gendarmeria francese Vittorio Emanuele I di savoia costituì a Torino
il 'Corpo dei Carabinieri Reali' da cui deriva l'attuale Arma dei Carabinieri, dal 2000 diventata addirittura una Forza armata italiana; savoia che successivamente li 'esportarono' nel resto dell'Italia insieme al 'Corpo delle Guardie doganali' (le cui origini si fanno risalire a poco prima dell'avvento di Napoleone), con la conquista e l'unificazione del regno d'italia nel 1861. Quest'altro corpo militare poi nel 1881 sarebbe diventato la
Guardia di Finanza.
Quindi la gendarmeria in italia sono i Carabinieri, e seppur con una storia diversa e parallela,
possiamo logicamente equipararvi come tale anche la Guardia di Finanza, partendo dall'evidenza che questa è un'altra polizia militare a giurisdizione civile, con peculiarità tipicamente italiane di status, caratteristiche e poteri, un corpo distaccato dagli altri con i propri comandi e i propri vertici,
caso senza equivalenti nel resto del mondo, dove invece le relative funzioni sono espletate da reparti di frontiera ed altri specializzati in reati finanziari in seno all'organo di polizia di ogni stato. E come al solito in Italia finora non si sono mai fatti tanti sforzi nel controllare lo spreco in generale di denari pubblici, comprese ovviamente le relative macchine mediatiche (vi ricordate finzione e realtà dei media in 'Diamo un'occhiata dentro Il Vaso di Pandora:
Abusi di potere, 'Cupole' e (dis-)informazione?' Bene...).
Se volete una bella panoramica sulla generale propensione allo sperpero 'storico' di denaro pubblico della politica italiana (specchio di chissà quanto popolo), oltre a quanto state leggendo qui suggerisco questo
libro che, seppur un pò datato rende bene l'idea, oltre a vari contenuti in circolazione come video e trasmissioni TV.
...E ricorsi storici
Molti anni dopo la caduta di Napoleone 1º, Napoleone 3º (quello con il quale Camillo Benso 'scambiò i territori di Nizza e della Savoia), volle ri-affermare le ambizioni dei Bonaparte imperial-colonialistiche, forte delle
conquiste coloniali francesi risalenti all'
Età dell'espansione europea in tutto il mondo, e ci volle la Prussia (monarchia con all'epoca re Guglielmo 1º) del primo ministro, e successivamente artefice e primo cancelliere dell'impero tedesco Otto von Bismark, a farlo capitolare nel 1870. Purtroppo ancora esistono, escludendo le già acquisite Corsica, Nizza e la Savoia,
possedimenti (dipartimenti), e collettività francesi in giro per il mondo (stesso discorso vale per gli altri ex-imperi coloniali), con relativa più o meno presenza militare 'coloniale', anche nel contesto di una visione '
civilizzatrice' oggigiorno discutibile (dipende quantomeno dai casi specifici); d'altronde, purtroppo neanche siamo riusciti con ad esempio inglesi, spagnoli e portoghesi a contenerli nel loro percorso di espansione coloniale in mezzo mondo...
E l'adozione di gendarmerie ancora rimane
Un concetto simile esiste nell'Europa orientale sotto forma di truppe interne, presenti in molti paesi dell'ex Unione Sovietica e dei suoi ex alleati. Ed un fenomeno in qualche modo correlato è stata la formazione di unità paramilitari che ricadono sotto l'autorità delle agenzie di polizia civile. Tuttavia, poiché non si tratta di forze strettamente militari, non sono considerate gendarmeria.
Abbiamo visto quindi che, riconquistato il loro potere dopo la sconfitta di Napoleone, in un ritorno da imperatori a monarchie assolute cambia poco, questi re avevano paura di minacce al loro status quo, favorendone la tendenza a mantenere o costituire le gendarmerie di ispirazione napoleonica, con la funzione di guardie a loro difesa da temute minacce rivoluzionarie popolari: sembra come se secondo loro i loro eserciti non gli bastavano.
Nella loro ormai ricca storia fino ai giorni nostri, poi la gendarmeria di ciascuno stato è stata modellata dal suo contesto storico specifico e dall'attuale struttura amministrativa, assumendo spesso nomi diversi da quello originale. Per esempio, trovo molto divertente il nome Guardia Civil (che deve essere stato voluto artificialmente) per la gendarmeria spagnola. Ci sono casi come quelli dell'Algeria e della Turchia, regimi dominati dai militari, dove le gendarmerie sono state completamente integrate e controllate dall'establishment militare del Paese, sebbene i recenti sforzi di riforma in Turchia abbiano mirato ad allentare la presa dei militari, mentre per quanto riguarda l'Algeria, il fatto che in un passato recente aveva affrontato i più tumultuosi disordini interni, con quasi un decennio di guerra civile, contribuisce a spiegare le dimensioni relativamente grandi della gendarmeria algerina ai fini della repressione delle proteste; mentre in Marocco la gendarmeria è stata anch'essa utilizzata come strumento di mantenimento del regime, ma, al contrario, come strumento del re piuttosto che dei militari; da un'altra parte, la Tunisia, fino al 2011 sotto Ben Ali (che era un generale dell'esercito), può essere descritta come uno Stato di polizia repressivo in cui il Ministero degli Interni costituiva la spina dorsale del regime e le forze armate erano tenute lontane dal potere politico, conseguentemente la Guardia Nazionale (Gendarmeria) tunisina è stata completamente distaccata dalle forze armate e risponde esclusivamente al Ministero degli Interni.
Questi casi suggeriscono quindi che maggiore è l'influenza dei militari o in generale dei regimi autoritari all'interno del sistema politico nel suo complesso, maggiore sarà la militarizzazione della gendarmeria, e a loro volta negli Stati non di diritto o solo parzialmente di diritto, le gendarmerie, così come le forze di sicurezza interna più in generale, tendono ad essere più militarizzate che nei regimi di diritto: ciò è confermato dalla presenza di Gendarmerie coesistenti con altre forze dell'ordine in molti regimi autoritari e pressochè tutte le rimaste monarchie assolute, dove il ruolo delle minacce alla sicurezza interna come motore della progressiva espansione delle forze di gendarmeria è intuibile che si estenda anche ad altri Paesi extraeuropei.
Per fare un'analogia tra le gendarmerie della post-Restaurazione e la situazione dell'epoca attuale, le rimanenti odierne gendarmerie significano
come se nel Regno Unito le guardie del re d'Inghilterra fossero l'‘alter ego’ di Scotland Yard (la polizia inglese), in Italia oltretutto con l'aggravante di 2 diversi veri 'alter ego'.Detto questo quindi, si deduce il concepimento e l'adozione iniziale delle gendarmerie come strumento anti-popolare privilegiato e protetto ¹. Del resto comunque già generalmente tutto il mondo militare è privilegiato un pò ovunque, dovendo Eserciti, Marine e Aeronautiche occuparsi di difesa dei territori e gestione delle crisi (sempre sperando
che non siano costrette ad intervenire, ma purtroppo c'è sempre qualche guerra da qualche parte), ed anche nei paesi più avanzati, dipende da dove, possono assistere in ruoli di polizia nella società civile, soprattutto in situazioni di emergenza.
E arriviamo alla situazione odierna delle gendarmerie: nell'Unione Europea, sono 9 gli stati che mantengono gendarmerie, ossia Bulgaria, Finlandia, Francia, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania e Spagna, oltre alla più recente costituzione di quella fantomatica 'Forza di gendarmeria europea' o 'EuroGendFor'.
Una breve storia della Polizia di Stato
La Polizia di Stato affonda le sue origini nel Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, istituito dal re Carlo Alberto di Sardegna l'11 luglio 1852. Questa data di fondazione rimane l'anniversario ufficiale della Polizia di Stato, che segna oltre 170 anni di continua evoluzione istituzionale. La funzione originaria era quella di servire Torino e Genova con compiti specifici delineati nel regolamento del 1854: "mantenere l'ordine, la tranquillità e la sicurezza pubblica; sorvegliare i fannulloni, i vagabondi e i mendicanti, le donne di malaffare, i giocatori d'azzardo e i recidivi; cercare i criminali; intervenire in caso di incendi e eventi simili".
La milizia si espanse a livello nazionale con l'unificazione italiana e subì trasformazioni significative durante la monarchia, il fascismo e la storia post-monarchia (1943). Tra le tappe fondamentali vi sono l'adozione della polizia scientifica all'inizio del XX secolo, la politicizzazione e l'espansione dei poteri di polizia sotto il fascismo e l'OVRA, e la ricostruzione postbellica che ha posto le basi per la storica riforma del 1981. Questa riforma ha smilitarizzato e unificato la polizia, introducendo lo status civile, la parità di genere e la rappresentanza sindacale, e ha riposizionato la Polizia di Stato come istituzione orientata al servizio e dedicata alla tutela dei diritti dei cittadini e dell'ordine pubblico. Inoltre, questa riforma ha gettato le basi per la filosofia contemporanea delle forze dell'ordine, che pone l'accento sul rispetto dei diritti di principio costituzionale, sul miglioramento della formazione professionale e sull'efficienza operativa in equilibrio con la tutela della libertà individuale. Questa trasformazione va nella direzione di un modello di polizia democratico al servizio dei cittadini piuttosto che dei regimi politici, verso un cambiamento fondamentale da un'applicazione della legge autoritaria a una orientata al servizio.
L'evoluzione della Polizia di Stato da guardia reale di Carlo Alberto a moderna forza civile rispecchia più ampi miglioramenti politici dell'Italia, dimostrando come la riforma istituzionale possa adattare le strutture tradizionali a valori contemporanei un po' più libertari, mantenendo al contempo l'efficacia operativa e una più ampia fiducia da parte dell'opinione pubblica.
I cambiamenti già avvenuti altrove
Come hanno sottolineato alcuni osservatori, uno dei principali risultati del così definito ordine liberal-democratico è stata la graduale rimozione delle forze militari dalla sfera domestica degli Stati e la limitazione della loro attenzione alle minacce esterne, mentre la responsabilità dell'ordine pubblico all'interno dei confini è stata assunta da forze di polizia specializzate. Nella maggior parte dell'Europa questo sviluppo è stato completato, in varia misura, solo nel corso del XX secolo, prima del quale le forze armate venivano regolarmente dispiegate all'interno dei confini degli Stati per sedare disordini interni e affrontare altre gravi sfide domestiche. Quindi, negli Stati definiti come liberal-democratici l'uso delle forze armate per scopi di sicurezza interna è oggi comunemente visto come una misura eccezionale, piuttosto che ordinaria, e giustificata solo in circostanze relativamente specifiche e insolite. Poiché l'uso delle forze armate per scopi di sicurezza interna è spesso visto come una minaccia alle libertà civili e ai principi democratici, nella maggior parte dei regimi democratici l'impiego interno delle forze militari è regolato da criteri relativamente rigidi. La smilitarizzazione delle gendarmerie può quindi essere vista come una logica continuazione del processo generale di smilitarizzazione della sicurezza interna, iniziato con la (graduale) rimozione delle forze militari regolari dal contesto interno degli Stati. Così come la sfera della sicurezza interna è stata smilitarizzata riducendo il ruolo interno delle forze armate regolari a favore di forze di polizia e gendarmerie, la smilitarizzazione delle gendarmerie, con un loro assorbimento nei corpi di Polizia civili, rappresenta un naturale movimento in questa direzione.
Così, nei paesi più sviluppati, soprattutto dell'Unione europea, è in atto una tendenza di assimilazione delle forze di gendarmeria con quelle di polizia, essendo venute meno in quei paesi quasi tutte le necessità che richiedevano la presenza di reparti di gendarmeria. A partire dal 2000, ad esempio, è stata soppressa la gendarmeria austriaca
, confluita giustamente assieme alla polizia di frontiera, che era un organismo comparabile alla Guardia di Finanza italiana, nella polizia federale austriaca, ed è stata soppressa la gendarmeria del Belgio
, assorbita nella polizia federale, come pure quella del Lussemburgo. Quindi in questi Paesi ora le forze di polizia federale o nazionale sono una soltanto, come è auspicabile in ogni stato di diritto, seguendo quella che è una più lungimirante visione europea. Dai paragoni con altri Paesi, e alla luce delle vicende storiche politico-militari e delle cronache di abuso di potere in Italia ed in altri paesi che abbiamo visto, ancorpiù l'aver constatato essere purtroppo di attualità in varie parti del mondo, possiamo allora stabilire che negli Stati come il nostro la condizione di avere più forze di polizia nazionali e in quantità elevate di uomini, mezzi ed infratrutture,
è storicamente la spia, o se vogliamo la 'firma' della incompatibilità di questi Stati da, se consideriamo tutti i suoi risvolti, un pieno status di Repubbliche/Stati di diritto.
E lascio qui da parte, per accennarli dopo, certi aspetti 'in odore' di nostalgia in quella che in Italia, e non solo, è la Presidenza della Repubblica: a tal proposito meditate sul fatto che, lo sapevate che formalmente il primo presidente della repubblica italiana è stato
'Primo Console di Francia' Napoleone Bonaparte (all'epoca si trattava di territori dell'Italia settentrionale)? Il cui retaggio poi si 'inglobò' nella restaurata dinastia dei savoia, e che poi la nostra presunta repubblicana Costituzione, con l'istituzione della figura del Presidente della Repubblica, non ha scalfito più di tanto; più dettagli seguono al paragrafo sulle proposte di riforme costituzionali.
Per fare alcuni esempi, in paesi come quelli Scandinavi, Inghilterra, U.S.A., Australia, Nuova Zelanda, Islanda, Groenlandia, una bella fetta dei Paesi Africani, forse anche i Paesi della ex-Jugoslavia, non subirono l'influsso napoleonico, con il Canada come un caso ibrido: gli abitanti anglofoni (parte preponderante) conoscono la loro Polizia Federale come 'Royal Canadian Mounted Police', conosciuta dai francofoni (in minoranza) o dai bilingue come 'Gendarmerie Royale du Canada': in Italia conosciute anche come 'le giubbe rosse' per la loro divisa per occasioni ufficiali, è una forza di polizia federale ad ordinamento civile paramilitare.
NOTA: U.S.A. e Regno Unito 'brillano' in spesa militare, ma in compenso i paesi fuori dalla lista sopra elencata, che dispongono di più forze di polizia, spendono soldi sia nella difesa che inutilmente in queste; furbi eh? La civilizzazione, dove ancora manca
Quindi, con cognizione di causa si può affermare che per evolverci e migliorare come società civile più libera e consapevole
in ogni parte del mondo, una riforma di questo tipo deve concretizzarsi in un'azione politica
imprescindibile, prioritaria e urgente, considerando anche il fatto che nel corso degli anni queste istituzioni, in Italia e altrove, si sono sempre più rafforzate: il loro accorpamento assume un'importanza e un'urgenza simili a una riforma storica, e dovrebbe essere un tema essenziale di una politica con una visione a lungo termine. In Italia, in particolare, questa azione politica avrebbe potuto essere considerata fin dall'inizio della forma di governo "Repubblica", più uno pseudonimo che realistica, votata nel 1946, che coincise con l'espulsione dei savoia e fino a poco tempo fà dei loro discendenti. Questo problema è conosciuto da alcuni militari con una mentalità più aperta (e sono pochi) e da alcuni addetti ai lavori. Ed è importante notare che l'Unione Europea ha già indicato la necessità di una riforma della pubblica sicurezza in alcuni paesi, tra cui l'Italia: Il Codice etico della polizia europea, ad esempio, adottato dal Consiglio d'Europa nel 2001, afferma che le forze di polizia "sono sotto la responsabilità delle autorità civili" (articolo 13). E ancora, esiste almeno un'importante organizzazione paneuropea che ha sostenuto lo status civile delle forze di polizia, ovvero la Confederazione Europea di Polizia (EuroCOP), un'organizzazione ombrello di 35 sindacati nazionali di polizia di tutta Europa. L'articolo 2 dello Statuto di EuroCOP definisce un servizio di polizia come un "ente pubblico civile, democraticamente controllato". In linea con questa disposizione, EuroCOP ha chiesto la smilitarizzazione delle forze di polizia europee con status militare. In effetti, la smilitarizzazione della Guardia Civil spagnola, che è l'unica forza di gendarmeria rappresentata all'interno dell'organizzazione, è stata un obiettivo specifico delle attività di EuroCOP, perchè all'interno della Guardia Civil spagnola una fazione significativa, forse addirittura la maggioranza, ha sostenuto la completa smilitarizzazione e persino la fusione con la polizia civile, ma all'epoca il partito "socialista", la cui campagna elettorale sembrava promettere la fusione della gendarmeria nella polizia civile, portò a un nulla di fatto.
Dalla nascita del
Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza nel 1852, divenuto poi nel tempo la attuale Polizia di Stato, aggiungendosi agli esistenti Carabinieri ed al Corpo delle Guardie Doganali (oggi Guardia di Finanza), ora aspettiamo ancora governi che abbiano finalmente il coraggio e la determinazione di accorpare tutti questi organismi, come scopo non rinviabile, superando ogni ostacolo che sicuramente gli verrebbe frapposto, visto che oltretutto 'qualcuno' è già 'corso ai ripari' con l'istituzione 'sottotraccia' di quella
fantomatica 'Forza di gendarmeria europea', istituita tra le gendarmerie di 7 stati tra cui l'Italia, il cui quartier generale è proprio a Vicenza:
La Gendarmeria Europea: una soluzione alla ricerca di problemi? (in lingua inglese,
qui una versione scaricabile in formato file PDF), e vedo cancellate o irraggiungibili qualche pagina web di articoli che ne parlano e che segnalo, ma è certo che ormai per molta gente questa 'strana' istituzione non è più sconosciuta,
stà venendo alla luce, e più di qualcuno tra cui io, si fà da tempo molte domande sulle sue
particolarità tipiche di una sovranità che sfugge alla politica (mentre la sovranità dovrebbe appartenere al popolo, che la esercita tramite i propri rappresentanti eletti): così, fiutando possibili 'oscuramenti' di articoli 'caldi' inerenti il tema principale di questo post, ne avevo manualmente già archiviato vari tra cui
quest'altro in cui ci si chiedeva a cosa e a chi risponde la nascita di EuroGendFor.
Questa storia fà capire al lettore come la Cupola siano entità di respiro internazionale. Insomma, solo in seguito questi Stati potranno definirsi delle Repubbliche più compiute, dove si potrà cominciare a mettersi seduti ai tavoli della politica con più libertà e indipendenza, ed i popoli che ne hanno la possibilità dovranno sempre vigilare su possibili 'manovratori dietro le quinte' della scena politica e non.
Trasformazione in pratica-1
Stante il fatto che i popoli con autorità di polizia
multiple a livello nazionale come il nostro necessitano di un'unica struttura preposta a questo compito,
senza ulteriori proroghe, da quanto abbiamo visto nella storia recente di abusi di potere, aggiungo financo, ma in misura ridotta, da parte delle polizie locali (riguardo alle quali comunque mi sono trovato ad assistere ed apprendere di varie aggressioni ingiustificate nei loro confronti, e non va bene nessuno dei due estremi), in teoria non ci sarebbe una preferenza particolare su quale tra gli esistenti organi delle forze dell'ordine mantenere, ma tra le soluzioni di integrazione disponibili guardo agli esempi appena visti della trasformazione giá avvenuta in altri paesi più sviluppati, che per quanto riguarda l'Italia descrivo in maggiori dettagli
in questo post, che riguarda la fusione delle esistenti Gendarmerie nelle Polizie di Stato o Federali (ogni nazione coinvolta facendo riferimento ai propri equivalenti enti e istituzioni interessati), poichè, tra i motivi principali, le prime nascono come guardie private di quei famosi re (la loro definizione riportata in 'Ritorno al passato, il caso delle Gendarmerie: la sintesi perfetta
' è altamente esplicativa), e poi tendono storicamente ad espandersi incontrollabilmente, come nel campione di nazioni riportato in
questa tabella.
La riforma porterà ad un sostanziale snellimento delle forze dell'ordine, andando nella direzione di una loro modernizzazione in senso
popolare, ed implicherebbe poi una successiva riorganizzazione di tutto il settore della pubblica sicurezza in ambito civile ed in direzione di un suo
decentramento amministrativo, riorganizzazione da implementare da parte di preposti o di istituendi uffici
super partes: ed è gioco-forza riassorbire la Guardia di Finanza ed un'altra forza di polizia, scegliendo quella che storicamente ha creato più di altre intoppi e più influenzato la nostra politica, ossia i Carabinieri, come dicevo all'inizio in modo da salvaguardarla da possibili future intromissioni, alla stregua dell'evoluzione delle forze dell'ordine in paesi più avanzati.
Contestualmente alla fusione tra gli organi di polizia nazionali (magari con la futura inclusione in una prossima Polizia federale europea), in Italia è facile vedere una naturale destinazione delle strutture delle milizie che scegliamo di abolire, a presidi di Polizia Locale, e sull'esempio di dove sono già presenti, di Polizie Regionali, che anche in Italia già da tempo hanno funzioni di polizia giudiziaria e titolo ad operare arresti (riferimenti: Codice di Procedura Penale, Articolo 57 e seguenti, e
Legge quadro n.65/1986:
"Istituzione della Polizia Municipale"; mentre per quanto riguarda la facoltà di arresto di un cittadino seppure con limitazioni: Codice di Procedura Penale, Articolo 380 e seguenti e la già richiamata legge quadro, dalle cui direttive i comuni singoli o associati adottano i propri
regolamenti del servizio di polizia municipale, che, in particolare, deve contenere ulteriori disposizioni come prescritte dalla stessa). E naturalmente nei contesti territoriali appropriati se ne possono ampliare ulteriormente i poteri: in paesi più avanzati quelle che da noi sono polizie a vario titolo locali, lì sono polizie con pieni poteri nei loro ambiti territoriali: in paesi come l'Italia, ovviamente i relativi programmi di selezione, addestramento, formazione ed/o aggiornamento professionale dovranno essere strutturati per poter svolgere funzioni più importanti dopo i qui auspicati accorpamenti.
Per una visione globale di interesse di loro compiti e funzioni nel mondo, consiglio questa sintesi sulle
polizie locali nel mondo.
Ad esempio pensiamo intanto ai vantaggi di avere presidi di Polizia locale aventi poteri più rafforzati rispetto agli attuali, nelle aree rurali e simili, al posto delle caserme che in quei contesti attualmente appartengono prevalentemente a Carabinieri e G.d.F.: la Polizia locale, oltre a far riferimento ai prefetti quali autorità di pubblica sicurezza, ha rapporti di dipendenza con le amministrazioni comunali, e magari aggiungerei quelle
regionali (già presenti nelle regioni italiane a statuto speciale), essendo queste organi pubblici che per definizione già devono essere avamposti di prossimità sociale nei loro territori.
“
In Italia la situazione può essere drammatica, ma mai seria” diceva Ennio Flaiano, delineando le caratteristiche di un popolo, ma c'è qualcuno, tanto per cambiare, che storicamente pone il nostro tra uno di quei paesi dove si crea più proliferazione e sovrapposizioni di inutili o quantomeno 'gonfiati' uffici e compiti pubblici: non ci credevo quando ho letto che in Italia ci sono
52 tipologie di polizia differenti: una per ogni settimana dell'anno :-D. La più buffa? La polizia fognaria: mi misi a ridere così tanto per non piangere, tanto paga Pantalone! Il popolo italiano meritava tutto questo? Non lo sò, io intanto me la prendo prima con la
mediocrità che caratterizza, utilizzando uno dei termini interscambiabili che indico nell'introduzione, le catene di comando che foraggiano tutto questo meccanismo perverso. Si devono vergognare, per
come giocano con i soldi pubblici! E noi dobbiamo togliere di mezzo, al netto degli organi post-riforma, tutti questi fardelli.
Per citare un esempio, alle Polizie Regionali possono essere affidati, tra gli altri, compiti di Polizia stradale nelle arterie stradali più grandi, compiti che ora sono dell'omonima divisione della Polizia di Stato.
Ora qui, è chiaro che in sede di riforme ciascuno degli esistenti organi di polizia 'tirerebbe l'acqua al suo mulino', soprattutto in paesi come il nostro. Quindi veniamo ad alcune considerazioni in particolare nel caso della soluzione di riforma sopra indicata.
Ecco quindi che fino a non molto tempo fá, l'argomentazione più comunemente avanzata a favore delle Gendarmerie è che la loro natura ibrida e il modo in cui combinano caratteristiche di polizia e militari le rendono adatte ad affrontare molte sfide. Così, ad esempio, chi sostiene le Gendarmerie faceva leva sul fatto che queste hanno un equipaggiamento più pesante e una struttura più centralizzata rispetto alle forze di polizia civili, come spunto per affermare che queste erano adatte a compiti come il controllo delle frontiere, l'antiterrorismo e le funzioni di ordine pubblico nelle operazioni di pace internazionali. Mentre in passato queste argomentazioni potevano essere valide, restando come punto fermo la necessità di un'unica forza di polizia, vediamo qui di sfatarle alla luce della mutata situazione dell'epoca moderna, partendo dalla gestione delle
Innanzitutto premetto che riguardo agli aspetti socio-economici delle nazioni o comunità che prenderò come esempio in varie parti del mondo, questi non fanno parte dello scopo di questo scritto, per cui rimando ad altre sedi le relative considerazioni, che sono oggetto di ampia letteratura e filosofia su argomenti politici.
Quindi, sull'esempio proprio di paesi anglosassoni, il termine "forze di intervento" non viene generalmente utilizzato nel contesto delle risposte alle crisi, quindi in quei paesi non esistono 'forze d’intervento' dedicate, ma piuttosto diverse entità lavorano insieme per rispondere e contenere situazioni di crisi, tra le quali annoveriamo disastri naturali, crisi tecnologiche, scontri, inganno e cattiva condotta politica, violenza sui posti di lavoro, conseguenze sociali scaturenti da notizie fuorvianti-allarmistiche, attacchi terroristici, e faccio notare alle persone più sveglie che l'Italia finora non è mai stata particolare bersaglio di attentati, poi disastri causati dall'uomo. In questi paesi intervengono organi di primo soccorso come Vigili del Fuoco (a cui và tutta la mia stima perché
rischiano quotidianamente quando ci devono soccorrere), Polizia e servizi medici di emergenza (EMS) per evacuare i civili, proteggere le aree coinvolte, e fornire assistenza medica. Spesso, unità specializzate all'interno di queste agenzie vengono addestrate per situazioni con ostaggi o operazioni antiterrorismo. Poi, seguendo il
principio di relazione tra sicurezza interna e apparati militari, a seconda della gravità delle situazioni, c'è l'eventuale utilizzo di unità delle
forze speciali (con
reparti delle 3 Forze Armate), che possono essere schierate per neutralizzare eventuali aggressori e salvare ostaggi. Ed ognuno di questi paesi dispone di agenzie nazionali responsabili del coordinamento degli sforzi antiterrorismo: queste agenzie raccolgono informazioni, analizzano le minacce e collaborano con le forze dell’ordine per prevenire gli attacchi (ad esempio il Servizio di sicurezza del Regno Unito (MI5), e la
Federal Emergency Management Agency).
Qui apro una parentesi riguardo i servizi di intelligence italiani, inclusi tra gli organi oggetto di intervento normativo nel 'decreto sicurezza' del 2025, ai quali sono stati dati poteri extra, perchè questo provvedimento è molto contestato dai partiti di opposizione, compreso Matteo Renzi, che in un'intervista del 4/06/2025, definiva essere sostanzialmente fuori misura, ma questi poteri erano inizialmente stati conferiti proprio durante il suo governo (si evince leggendo
qui). Mentre in questa sede non entrerò in merito all'orientamento di questa legge, ravvedo che tenta di fornire soluzioni per rispondere a certi risvolti che ha preso una società sempre più sfaccettata, e queste delicate questioni io le vedo in questo modo: premesso che non ho alcun legame con questo settore onde fugare possibili dubbi, è vero che un uso sbagliato o strumentale dei servizi di intelligence, ovunque, ha il potenziale di fare dei danni enormi alla collettività, tant'è che ho segnalato per eventuali letture del materiale riguardante certe indagini ed abbiamo una buona bibliografia non 'romanzata', ma allo stato attuale la questione più prioritaria è quella, citando lo zio dell'Uomo Ragno "Da un grande potere derivano grandi responsabilità", perciò penso che un dilemma rimane il cercare di prevenire ogni possibile abuso di potere, inteso qui come 'oltrepassare i confini' con scopi diversi da quelli relativi alla sicurezza dello Stato e alla sicurezza pubblica, nell'uso dei poteri eccezionali conferiti agli operatori con ruoli istituzionali di alta sicurezza. Allora intanto possiamo chiederci, come può un'istituzione pubblica valutare e testare gli atteggiamenti comportamentali di una persona riguardo al suo senso di responsabilità, irreprensibilitá, onestà, al suo profilo etico, morale e professionale, e alla sua storia personale, come in generale potremmo dire "è una brava persona", se deve essere impiegata in ruoli di alta sicurezza? Ad oggi, non c'è una risposta 'scientificamente' definitiva. Ne deduco quindi che deve esserci una componente di fiducia, fino a prova contraria, ecco perchè non è facile contrastare possibili
degenerazioni e '
deviazioni' come spesso è accaduto nella storia d'Italia e del mondo, ma peggio ancora, e qui torniamo al primo tema di questo articolo, in stati come il nostro dove
i servizi di intelligence hannobracci operativi di troppo, le attuali Gendarmerie appunto (naturalmente le agenzie di intelligence militari già dispongono delle Forze armate canoniche, e quelle civili dei corpi di Polizia civile, nei rispettivi ambiti, e ciò non significa che non debbano collaborare quando serve).
Gli uomini/donne dei servizi di intelligence io li vedo come uomini/donne di una certa cultura (ciò non garantisce integrità morale, ma tendenzialmente la stupidità attecchisce più tra gli ignoranti, in altre parole, la stupidità di un ignorante è più pericolosa di quella di chi ha studiato).
Quindi, io Stato, mi fiderei si potrebbe dire 'a occhi chiusi' di un agente segreto se fosse ad esempio un Giovanni Falcone od un Paolo Borsellino, che, vista la loro integrità morale, userebbero poteri istituzionali straordinari solo al servizio della sicurezza dello Stato e quella pubblica, ma non conferirei questo status a, per esempio, un Roberto Formigoni: a buon intenditor, poche parole.
Proseguendo sulla questione relativa alla gestione delle crisi, per quelle funzioni che fossero ora assegnate a reparti di gendarmerie, nell'opzione della loro dismissione, allo stato attuale siamo già ad un buon punto di partenza: per operazioni di soccorso, con la Protezione civile e altri organismi come la Croce Rossa cooperano reparti delle
E poi finalmente,
qualcosa sembra muoversi per la gestione a livello europeo delle crisi internazionali, come dice l'ex alto commissario europeo Joseph Borrell "[...] Queste nuove
esercitazioni [militari] aumenteranno la capacità dell'UE di agire più rapidamente, di rispondere alle crisi esterne all'UE e contribuiranno anche a costruire una cultura strategica comune in materia di difesa".
Per quanto riguarda i compiti di controllo dei confini, I Paesi anglosassoni - Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda - organizzano il controllo delle frontiere attraverso agenzie specializzate che integrano funzioni di polizia, dogana, immigrazione e biosicurezza. Queste entità danno priorità alla sicurezza, alla facilitazione del commercio e alla conformità con le normative internazionali, impiegando un mix di personale, tecnologia e collaborazione tra agenzie. I Paesi anglosassoni strutturano il controllo delle frontiere su agenzie centralizzate con divisioni specializzate per l'applicazione della legge, il commercio e la biosicurezza. Il personale è caratterizzato da una formazione rigorosa, dalla competenza tecnologica e dall'adattabilità alle minacce in evoluzione. Sebbene gli approcci varino, dall'enorme CBP degli Stati Uniti al servizio doganale snello della Nuova Zelanda, le sfide comuni includono il bilanciamento della sicurezza con l'efficienza del commercio e la sostenibilità della forza lavoro. Le strategie future daranno probabilmente priorità alla valutazione del rischio potenziata dall'intelligenza artificiale e alla cooperazione regionale per gestire le crisi transfrontaliere. Una disamina più dettagliata, è nella parte conclusiva di
questo post.
Altri esempi su compiti che nel tempo si sono 'afferiti' (presi) reparti delle gendarmerie italiane sono rappresentati da unità contro le sofisticazioni e per il controllo nelle filiere agro-alimentari, i NAS dei Carabinieri, compiti in realtà ben espletabili da enti del Ministero della Salute, delle varie Agenzie Regionali del Territorio, di Protezione Ambientale, e dalle
Aree Funzionali della Sanità Pubblica Veterinaria e della Sicurezza Alimentare che dipendono dai
Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali, tutte mansioni alle quali si sovrappongono i nas. Ad esempio, in seguito ad episodi relativi alla scoperta di cibi tossici nella distribuzione ai consumatori (2025), la Regione Campania ha rimarcato l'urgenza della collaborazione tra l'
Osservatorio Regionale Sicurezza Alimentare (ORSA), istituito nel 2008 a supporto all'Assessorato Regionale alla Sanità, le ASL locali e gli enti comunali, per migliorare i sistemi di sorveglianza e attivare campagne di informazione capillari.
Un'altro esempio di non necessità è la presenza dei Carabinieri negli ispettorati del lavoro.
Per non parlare della 'abolizione' del Corpo Forestale dello Stato del 2015 da parte del governo di Matteo Renzi, che in realtà è stata una sostituzione, dove è plausibile che ne abbiano approfittato le menzionate sottostanti 'forze in gioco' in una altrettanto plausibile lotta intestina visto che, indovinate un pò? Quel Corpo invece è in gran parte confluito nell'appositamente costituito 'Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari' dei Carabinieri: come al solito i mass-media non vi hanno raccontato tutta la storia, che ai più è passata inosservata. In realtà le funzioni relative alla tutela forestale si sovrapponevano con le competenze dei
Guardiaparco (i
Park Rangers nei paesi anglofoni), ed è logico pensare che questi (
qui un sito web ufficiale di quelli italiani, anche se datato) devono avere lo status di Polizia Amministrativa nell'esercizio delle loro funzioni, per quanto riguarda il perseguimento di reati che coinvolgono habitat e specie naturali, quindi coordinandone le funzioni con le summenzionate Agenzie regionali, naturalmente è già più che sufficiente per avere quelle che erano competenze e funzioni inerenti all'ex-Corpo forestale. A proposito,
l'
International Ranger Federation è una organizzazione senza scopo di lucro, di pubblica utilità e di beneficenza, e se vogliamo 'adottare' Guardiaparchi, si può fare
qui.
Trasformazione in pratica-2
Rimanendo in Italia, poi laddove questi presidi di Polizia Locale/Regionale come naturali sostituti al posto di quelli attuali, risultassero ridondanti sul territorio, voglio spronare i lungamente attesi
riformatori a convertire le attuali strutture e caserme più grandi tendenzialmente a centri di ricerca, che è il presente ed il futuro della società: invito a guardarvi la trasmissione TV 'TGR Leonardo' su Rai3 del 28 giugno 2024, una disamina della arretrata situazione della ricerca in Italia rispetto ad altri paesi.
A seguire, penso a destinazioni come le
Come eventuale successiva alternativa, suggerisco di dedicarle a strutture di assistenza sanitaria, ad esempio ambulatori e studi medici, e scuole.
Cupole e Operazioni internazionali di mantenimento della pace
Ho ritenuto opportuno dedicare qui un paragrafo a parte sulle operazioni internazionali di mantenimento della pace, data la crescente complessità dell'argomento. Innanzitutto, siccome conosco i miei polli, introduco il paragrafo con una considerazione che consegue alle attitudini del popolo italiano, desumendo aspetti generali partendo dai particolari, come spesso faccio per molte riflessioni: a
questo link ci sono alcuni dati sulla partecipazione nel 2007 alle Forze di pace delle Nazioni Unite, i cosiddetti 'Caschi blu', mentre
qui si possono scaricare i dati del 2020. Per i partecipanti dei paesi 'in via di sviluppo' l'attrattiva economica può essere comprensibile essendo paesi meno agiati, ma dalla prima classifica dei primi 10 stati partecipanti indovinate un pò chi è il primo paese agiato? Eh sì, l'Italia è al primo posto (7º in generale), la Francia seconda (10º in generale), con questa tendenza confermata successivamente. Mi puzza del tipico affare dei 'soliti furbetti', per aggiungere alla definizione del nostro popolo delle parole di Flaiano: considerate che in molti paesi esteri l'italiano tipico è sinonimo di 'mafia', e fanno bene molte menti brillanti come i ricercatori, ad andarsene a lavorare all'estero.
E qui ho considerato solo le missioni sotto l'egida dell'ONU, visto che la macchina operativa di queste missioni è complessa: cito
ad esempio la Kosovo Force organizzata dalla NATO o la Multinational Force and Observers nel Sinai. E naturalmente partecipano anche le Gendarmerie di questi paesi ed EuroGendFor.
Ora, quanto altro denaro pubblico potremmo risparmiare ridimensionando ad hoc gli impieghi italiani e di stati come la Francia per queste operazioni di pace? Comunque per così dire diamo 'un colpo al cerchio e uno alla botte': la vera 'religione' delle genti è il denaro (non a caso si usa dire "Il Dio denaro").
Ora torniamo a scenari meglio ragionati. Per chi vuole approfondire questa materia rimando a un
capitolo a parte per una rassegna, ulteriormente dettagliata
qui. Dico solo che
tra i principali contributori, aggiungendo l'aspetto finanziario, naturalmente vi sono Paesi aventi una singola forza di polizia federale o statale, e qui cercherò di riassumere questo argomento il più possibile.
Mentre i
requisiti delle moderne operazioni internazionali di mantenimento della pace includono forze addestrate, mandati comprensivi, supporto politico e consenso, responsabilità e comportamento (esiste una crescente richiesta di responsabilità per quanto riguarda lo
sfruttamento sessuale, gli abusi e altre forme di cattiva condotta da parte delle forze di pace), parità di genere, approcci flessibili e adattivi,
le sfide comprendono natura mutante dei conflitti, attacchi ai peacekeeper, mandati complessi e in espansione, stallo politico e processi di pace deboli, restrizioni alla mobilità, disinformazione e cattiva informazione, vincoli di risorse e bilancio, frammentazione geopolitica, richieste di ritiro.
Le tendenze sono una regionalizzazione delle operazioni di pace, militarizzazione e securitizzazione, declino delle missioni ONU su larga scala, schieramenti flessibili e adattivi, integrazione con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, erosione delle norme universali.
Il moderno mantenimento internazionale della pace è a un bivio, affrontando minacce più complesse, maggiori rischi operativi e crescenti vincoli politici e di risorse. Il panorama si sta spostando verso operazioni regionalizzate, più militarizzate e flessibili, con un contemporaneo declino delle missioni ONU multidimensionali su larga scala. Per rimanere efficace, il mantenimento della pace deve adattarsi alle nuove realtà conflittuali, rafforzare le partnership e riaffermare i suoi principi fondamentali in un mondo sempre più frammentato. Vediamo come questi Paesi inclusi nel novero dei maggiori contributori nel 2025 affrontano le questioni sopra citate.
Organizzazione della partecipazione al mantenimento della pace nei paesi anglosassoni
I paesi anglosassoni, ossia Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda, organizzano la loro partecipazione alle operazioni internazionali di mantenimento della pace attraverso una combinazione di ministeri governativi, forze militari, agenzie di polizia civile ed esperti civili. Il loro coinvolgimento è modellato da quadri politici nazionali, obblighi internazionali e cooperazione con organizzazioni multilaterali come le Nazioni Unite (ONU).
Personale e entità coinvolte- Personale militare
- Agenzie di polizia nazionali
- Esperti civili
- Formazione e istruzione
Caratteristiche principali
- Impegno multilaterale
- Personale integrato
- Coordinamento “whole-of-government” (tutto il governo)
- Formazione e sviluppo delle capacità
In sintesi, i paesi anglosassoni organizzano la loro partecipazione al mantenimento della pace tramite strutture governative integrate, schierando personale militare, di polizia e civile, enfatizzando il coordinamento interdipartimentale per rispondere alle complesse esigenze delle operazioni internazionali di pace. I paesi anglosassoni coordinano le risorse militari per le operazioni di pace internazionali attraverso partenariati bilaterali, alleanze multilaterali e quadri guidati dall’ONU, dando priorità all’interoperabilità e agli obiettivi strategici condivisi. I loro approcci riflettono le sfide di sicurezza in evoluzione e le priorità regionali, in particolare nell’Indo-Pacifico.
Paesi scandinavi
I paesi scandinavi-Svezia, Norvegia e Danimarca-organizzano la loro partecipazione alle operazioni internazionali di mantenimento della pace attraverso un approccio coordinato e multi-entità che sfrutta competenze militari, di polizia civile ed esperti civili. I loro contributi sono modellati da priorità nazionali, cooperazione regionale e un forte impegno al multilateralismo, in particolare sotto i mandati delle Nazioni Unite.
Organizzazione della partecipazione
- Coordinamento nazionale
- Cooperazione regionale
Caratteristiche principali della partecipazione scandinava al mantenimento della pace sono:
I paesi scandinavi si organizzano attraverso solidi quadri nazionali, unità specializzate militari e di polizia civile, e agenzie di esperti civili. I loro sforzi sono amplificati da una profonda cooperazione regionale tramite NORDEFCO, permettendo loro di offrire contributi altamente qualificati, flessibili e innovativi alle operazioni internazionali di pace dove è necessario un intervento.
Partecipazione di Germania, Austria, Belgio, Svizzera e Lussemburgo alle operazioni internazionali di mantenimento della pace
Le operazioni internazionali di mantenimento della pace si basano sui contributi di nazioni diverse, ciascuna organizzando la propria partecipazione attraverso distinti quadri istituzionali. Germania, Austria, Belgio, Svizzera e Lussemburgo impiegano entità militari specializzate, polizia civile ed esperti civili per comporre il personale delle missioni, guidati da politiche nazionali, impegni multilaterali e sfide di sicurezza in evoluzione. Di seguito una panoramica delle loro strutture organizzative e meccanismi di reclutamento.
Germania
- Bundeswehr (Forze armate tedesche)
Austria
- Comando Operazioni Internazionali delle Forze Armate Austriache (AUTINT)
Belgio
- Ministero della Difesa e integrazione NATO
Svizzera
- Comando Internazionale delle Forze Armate Svizzere (SWISSINT)
Lussemburgo
- Esercito del Lussemburgo e impegno multilaterale:
L’esercito del Lussemburgo ha contribuito con oltre 1.500 effettivi alle missioni dal 1992, inclusi KFOR della NATO (Kosovo) e EUFOR Althea (Bosnia ed Erzegovina). Nonostante le dimensioni ridotte, il Lussemburgo dà priorità a capacità di nicchia come supporto medico e ricognizione, spesso in collaborazione con Belgio e Francia per schieramenti congiunti.
- Modernizzazione e iniziative commemorative:
Riforme recenti hanno modernizzato la prontezza operativa dell’esercito, allineandola agli standard UE e NATO. Un libro commemorativo del 2022 ha evidenziato 30 anni di storia del mantenimento della pace del Lussemburgo, sottolineando il suo impegno per la stabilità internazionale.
Germania, Austria, Belgio, Svizzera e Lussemburgo organizzano la loro partecipazione al mantenimento della pace tramite comandi militari dedicati, coordinamento interagenzia e adesione a quadri multilaterali. Mentre la Germania sfrutta innovazione tecnologica e peso finanziario, Austria e Svizzera enfatizzano la rapidità di dispiegamento e gli standard etici. Il Belgio integra le prospettive di genere nei mandati delle missioni, e il Lussemburgo si distingue con ruoli specializzati. Insieme, queste nazioni esemplificano la diversità degli approcci che sostengono un efficace mantenimento internazionale della pace in zone di conflitto complesse.
Polizie militari moderne
Sono ripetitivo ma ci tengo a sgombrare il campo da qualcuno che dovesse qui 'puntare il dito' pensando ad argomenti dal sapore di un pro-qualcosa: ad esempio, sò bene che dopo il secondo conflitto mondiale le nazioni che hanno perso la seconda guerra mondiale sono poi rimaste sotto l'influenza (financo il condizionamento) degli Stati Uniti. Invece l'articolo è in una direzione più che altro di imparzialità e praticità, dato che per quanto riguarda l'argomento qui in discussione l'Italia come vedremo a breve in 'Zitti zitti, quanti sono!' è nelle prime posizioni tra i paesi al mondo da non prendere come esempio, e se la nostra classe politica ci vuole capire qualcosa è meglio che essa segua l'esempio di altre nazioni ben presenti anche in Europa. Aggiungo che aspetti come le spese e gli assetti militari per la difesa (o per l'offesa) dei vari stati sarebbero oggetto di separate analisi, che già curano organi e associazioni che cercano di monitorare per quanto fattibile queste spese e le violazioni dei diritti umani, di cui includerò a breve un elenco.
Comunque come concetto base, nei paesi con regimi meno autoritari e autocratico-repressivi ci sono, dove ci sono, reparti specifici di
Polizia militare solo
esclusivamente per ambiti e contesti militari, come ad esempio i corpi
M.P. statunitensi come quelli
inglesi, che tutelano la sicurezza del personale militare e fanno riferimento ai codici penali militari. Faccio notare che secondo un orientamento teso all'assegnazione di ambiti limitati di azione (un pò come dovrebbe essere l'attuale Polizia Penitenziaria per la società civile), come abbiamo visto sopra per i paesi anglosassoni, in Italia l'Aeronautica militare aveva un proprio reparto preposto alla protezione e vigilanza di basi aeree e altre infrastrutture, i V.A.M., ora dismesso, e non imitato da Esercito e Marina, anche questi senza reparti adibiti a propria polizia militare.
Polizia, ancora Baronati?
E a proposito della Polizia di Stato in Italia, l'organo civile preposto all'ordine pubblico e sicurezza a livello nazionale, ha ancora problemi di privilegi ed è da ristrutturare economicamente, perchè se non sono Arciduchi come i loro equivalenti (e '
superiori') militari, hanno al loro interno ancora Baronati, probabilmente ancora retaggi del loro precedente status militare prima della
riforma del corpo nel 1981: mentre le retribuzioni delle categorie da 'agente' ad 'ispettore' rimangono un pò al palo, mi risulta che un'appartenente alla categoria dei questori guadagna, almeno intorno al 2015, il doppio del Capo della polizia di Scotland Yard!; i livelli salariali dei questori non sono uguali (!) a quelli degli equivalenti livelli di funzioni pubbliche (io aggiungo a parte il considerare indennità ragionevoli per rischi o incarichi di particolare responsabilità), che sono eccessi di spesa che potrebbero essere redistribuiti ai sottoposti; altro esempio che mi risulta tra altri privilegi è una assegnazione 'a priori' di un''assegno di accompagnamento' a poliziotti con parenti disabili o anziani.
Il punto di arrivo
Dobbiamo prendere esempio da quelle nazioni in cui i cittadini comuni nella vita civile, per la loro sicurezza, sono rappresentati da uno e un solo organo di polizia nazionale, come una polizia federale o statale, e in varia misura da forze di polizia decentrate, e nient'altro: in condizioni ordinarie non devono esserci interferenze tra sfera politica e sfera militare (anche in ambito giurisdizionale), e solo in condizioni straordinarie reparti di eserciti, marine e forze aeree, con i mezzi a loro disposizione, possono intervenire a sostegno degli organi preposti per il bene della società, come per la già citata "Operazione strade sicure".
Per rimanere in Europa, come esempi cito Regno Unito, Germania, Austria, Belgio, Lussemburgo, Albania, Grecia.
In sintesi, come succede ancora in molti stati, anche in Italia sono i militari che in realtà condizionano ancora la società civile attraverso la politica e i mass-media, e troppo potere concentrato in poche entità tanto per cominciare implica sempre troppo potenziale abuso di potere, è nella natura dell'essere umano. E quindi naturalmente questo darà adito ad ogni esistente 'aristo-élite' di potersene sempre approfittare.
Siamo alle solite, ‘galli a cantare’
Come vediamo in seguito,
l'Italia è un paese che ha il 3° più alto numero al mondo di agenti di pubblica sicurezza in rapporto alla popolazione, considerando anche la tanto per cambiare anomala Polizia penitenziaria che nel tempo ha acquisito ulteriori funzioni equiparabili alle altre forze dell'ordine, ben al di fuori dei contesti penitenziari, tra i loro compiti che si sono aggiunti cito che espleta
attività di polizia stradale ai sensi dell'art. 12 del Codice della strada
, partecipa al mantenimento dell'ordine pubblico, svolge attività di polizia giudiziaria e pubblica sicurezza anche al di fuori dell'ambiente penitenziario, così come tutte le altre forze di polizia [...] Il corpo è inoltre entrato a comporre gli organici della Direzione Investigativa Antimafia e dell'Interpol grazie al D.Lgs. 15 novembre 2012, n.218 [questo può anche starci, ndr] (it.m.wikipedia.org/wiki/Corpo_di_polizia_penitenziaria#Compiti_e_funzioni):
mi appare come il solito caso italiano di 'allargamento': credo che
a questo corpo quelle funzioni aggiunte siano di troppo, travalicando il perimetro delle strutture dell'amministrazione penitenziaria e gli ambiti della traduzione e custodia dei detenuti, assumendo compiti che invece sono della Polizia di Stato.
Da quanto appena espresso, quindi in Italia abbiamo una quadruplicazione delle stesse mansioni di pubblica sicurezza a livello nazionale con gestione sparsa in vari ministeri: della Difesa per Carabinieri, dell'Interno per Polizia di Stato, delle Finanze per Guardia di Finanza e della Giustizia per Polizia Penitenziaria, e il cittadino paga 4 volte uno stesso servizio (la Pubblica Sicurezza nazionale).
“Questo popolo di santi, di poeti, di navigatori, di nipoti, di cognati…”,
"...di furbetti*, di allenatori di pallone, e di lampeggianti", del quale sono espressione le solite 'pecionate' di moltiplicazioni di funzioni pubbliche, con tutti questi 'galli a cantare' (anche se altri paesi ci si avvicinano) nel caso in questione sembra che, a parte chi delinque, chiunque si alzi la mattina decide "vabbè và fammi fare l'agente di pubblica sicurezza qui o qua o lì o là": è la caricatura di un fenomeno ormai noto, quello dello stereotipo del carabiniere/finanziere, in misura minore anche poliziotto, 'imboscato' da parenti o amici solitamente militari, o commissari/questori ecc.
La maggior parte di noi in Italia se non conosce almeno un poliziotto, conoscerà un carabiniere, se non è un carabiniere sarà un finanziere, se non è un finanziere sarà una guardia carceraria... Personalmente tra i carabinieri che mi è capitato di conoscere in vita mia, indovinate un pò?, quasi tutti (me ne ricordo 5) erano figli di marescialli o ufficiali (di un'altra Arma), di cui 4 campani.
Tutto ciò alimenta gli aspetti negativi di forze dell'ordine come, tanto per cambiare, quelle italiane, come un serbatoio tenuto in piedi ad-hoc di 'posti di lavoro fissi' al soldo dei loro Stati di appartenenza.
(*) Naturalmente furbetti non sono solo in italia, ma così siamo tipicamente visti in molti paesi esteri
Zitti zitti, quanti sono!
Come annunciato in precedenza, tra le cose che ovviamente non si sanno in giro, qui a seguire il rimando all'articolo che vede l'italia classificata
al terzo posto nel mondo per numero di agenti di pubblica sicurezza su numero di abitanti
(all'altro estremo tanto per avere un'idea, intorno al 2015 U.S.A., Regno Unito e Germania avevano quasi la metà di agenti pro-capite rispetto a noi).
Pensate anche al fatto che in questa parziale classifica non compaiono neanche paesi come la Cina, né Israele (che come sapete convive con attentati all'ordine del giorno). Per una nazione come la nostra che si dichiara una 'Repubblica democratica' questa classifica tradisce una contraddizione: il fatto che ci troviamo a poca distanza dal 2º della lista, e ci precedono solo paesi che hanno qualche difficoltà con i diritti civili induce ad una profonda riflessione, aldilà di come storicamente in Italia il grado di autoritarismo è percepito da ciascuno, il lettore più attento ne può coglere l'aspetto latente.
D'altronde, con 4 (!) organi di pubblica sicurezza nazionale...
Personalmente, e qui parlo da semplice osservatore, avevo notato ormai da molto tempo, come minimo nelle città italiane che ho frequentato, un via vai di tanti automezzi delle forze dell'ordine in giro (Roma sarà parzialmente giustificata essendovi concentrate le sedi degli organi centrali dell'apparato dello Stato, in più c'è anche il Papa. E intanto le 'n'dranghete italiane e straniere, 'zitte zitte'...), cosa che non avevo visto in altri Paesi in cui ero stato se non quando c'era qualche loro intervento, e già solo da questo una persona un po' più sveglia si porrebbe delle domande sulla quantità e gli sprechi di uomini, mezzi, carburante e infrastrutture delle forze dell'ordine in Italia. Non che questi segnali debbano per forza esserci, ovviamente già bastano i dati qui esposti, ed in teoria ci possono essere in forza ad un qualunque stato orde di operatori di pubblica sicurezza che sono 'imboscati' nelle loro varie sedi (per fare un parallelo, e ce ne sono di esempi, mi viene in mente la comica situazione dei 'forestali di Sicilia' e 'di Calabria' i cui addetti sono più di quelli del Canada!!!), ma costituiscono motivi in più su cui ragionare.
Da più 'preparato' sui fatti invece, aggiungo che sostanzialmente dalla fine della guerra fredda fino ai giorni nostri, c'è stato un fenomeno di crescenti tensioni e insicurezza in altri come in questo paese, da cui ha preso spunto una costante proliferazione di lungo periodo che ha interessato le forze dell'ordine, passando inosservata sotto il naso del popolo italiano senza che se ne sia accorto (con prevalente contributo dei 'sinistri' di cui a breve): calcolando la media complessiva per i seguenti tipi di forze di sicurezza, si scopre che,
mentre la forza lavoro delle forze armate regolari si è contratta in media di circa il 40% tra il 1980 e il 2010, le Gendarmerie si sono notevolmente espanse di circa il 30% nello stesso periodo; un'evidenza di questo sviluppo si può vedere da
questa tabella. Che ne dite, se molta gente se ne fosse accorta, io penso che qualche voce si sarebbe levata, oppure no?
E non cito questi numeri per altri paesi come Turchia e nord-africani, per non turbare la tranquillità dei lettori più attenti...
D'altronde il popolo, inconsapevolmente, li ha e li stà lasciando fare: per riprendere una frase di Totò, siamo uomini (il popolo) o caporali...
Quante Forze dell’ordine in Italia:
Stati di Diritto
Dunque, come ho già espresso, la riforma delle attuali forze dell'ordine in molti paesi, ha come effetto anche il liberarsi dai condizionamenti
che varie 'forze in gioco', che stanno dietro tutti questi 'galli a cantare', portano alla politica.
D'altronde, come ci mostra Euronews basandosi su un rapporto 'Global State of Democracy 2023', stilato dall'International Institute for Democracy and Electoral Assistance, un'organizzazione intergovernativa con sede a Stoccolma che prende in considerazione alcuni aspetti considerati espressioni del livello di democrazia delle nazioni, per gli scopi di questo articolo ci interessa specificamente l'aspetto 'Stato di diritto', vediamo che l'Italia figura al 23º posto, dietro pure a paesi come Cipro e Portogallo, e la metà dei Paesi subiscono un declino nei parametri dello Stato di diritto e della libertà di espressione, anche questa di interesse in questa sede. Per confronto, guardando ad un indice stilato da 'The Economist' nel 2022, soltanto paesi come quelli Scandinavi, Islanda, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Irlanda del Sud sono classificati come 'democrazie complete', ma io attualmente declassificherei ulteriormente paesi come Francia, Spagna, Argentina ed altri, mentre promuoverei paesi come Germania e Austria (la pagina in lingua inglese è un pò più aggiornata).
I 'Sinistri', aristocratici travestiti da 'socialisti': doppio ostacolo
Avevo già capito che le variabili che formano i concetti politici di 'destra' e 'sinistra' li possono rendere mutevoli nel tempo e relativi individualmente, perché scaturiscono dalle innumerevoli sfaccettature della complessità umana e sociale, incline a contraddizioni; pensate, per la mia visione quale repubblicano anti-(mona-auta-oliga)-rchico ed anti-aristocratico che implica un cambio di rotta rispetto al passato come evidenziato in questo articolo, pensavo erroneamente che chi è 'di sinistra' più che chi è di 'destra' manifestasse una sensibilità a queste tematiche.
Ma mi sbagliavo, perchè man mano che mettevo su questo articolo, dalle informazioni che raccoglievo mi andavo accorgendo che nei recenti periodi politici, diversamente da quanto mi sarei aspettato, proprio durante i governi della sedicente più o meno 'sinistra', c'era stato non solo un costante aumento dei finanziamenti nel caso specifico alle gendarmerie, ma durante i loro mandati queste non hanno fatto altro che rafforzare il loro potere, e dal 2000 i Carabinieri sono diventati un'Arma, la quarta. Ora, ho già associato queste ad una sorta di mondo più o meno parallelo, quindi consideriamo queste opzioni: la Cupola trova 'campo sgombro', oppure è intrecciata con le altre storiche Cupole operanti dietro partiti politici, governi e presidenti almeno 'compiacenti'. Notate che qui non si tratta di 'dietrologia', il lettore con buona capacità di ragionamento può ben desumere che queste entità esistono e abbracciano contesti trans-nazionali: aldilà di avere tutta una serie di ipotesi, io non sono in grado di 'metterle a fuoco'. In ogni caso, per approfondire questo tema ho passato in rassegna i periodi di partecipazione dei governi più o meno di 'sinistra' negli anni a cavallo del 2000 fino ad oggi: rispetto a come venivano rappresentate le loro idee, la loro era più una politica da 'sinistri' (vocabolo guarda caso omonimo della definizione di un suo senso figurato, come Infausto, sfavorevole, avverso, bieco, torvo, minaccioso, lugubre, ad esempio 'sinistri presagi', da vocabolario Treccani); altro che destri!: Partito Democratico di Sinistra, i DS, L'Ulivo-PD, il Presidente della Repubblica, a quel tempo come minimo, io li avrei chiamati partito italiano della contro-rivoluzione o -reazione
(quasi come questo)! Mi rivolgo agli elettori che hanno certi valori: un Giuseppe Mazzini si starà ancora oggi rivoltando nella tomba? Trovate una lista di rappresentanti di quei 'clan' in nota (7).
Non solo, ma è da notare che i passi più significativi finora compiuti verso l'opzione di smilitarizzazione delle gendarmerie sono stati fatti da governi di centro-destra. Ad esempio, i cambiamenti più radicali della Gendarmeria francese furono avviati sotto il governo di centro-destra di Sarkozy, mentre in Italia anche il governo Berlusconi annunciò piani simili per i Carabinieri, anche se poi non furono attuati, così, alla fine del 2009, come primo passo in questa direzione l'allora Ministro dell'Interno annunciò l'intenzione di prendere in considerazione il trasferimento dei Carabinieri dal ministero della Difesa a quello dell'Interno.
Ed anche se fuori tema rispetto all'argomento principale in esposizione, voglio essere 'cattivo' aggiungendo che altri più o meno 'sinistri' hanno contribuito a privatizzazioni 'a tappeto' e diminuito la spesa per la Sanità pubblica nel periodo 2006-2018 circa (come evidenziato da un articolo che riporta un rapporto della fondazione Gimbe). Una lista di quei rappresentanti trovasi in nota (8). Ed andando a votare io mi chiederei, l'attuale 'sinistra' porterà con loro i retaggi di quei clan, o una sinistra diversa prenderà una direzione
dissociante da costoro? Io non vedo nessuna dissociazione, gli attuali partiti 'di sinistra' mi appaiono ricicli di vecchi partiti della storia recente, asociati agli stessi schemi di pensiero, quasi nessuna idea innovatrice/riformatrice di mio interesse (parlerò di riforme a breve), tranne il sostegno ad una legge per rendere illegale retribuire al disotto di una certa soglia le prestazioni di lavoro, ma per quanto ne sò, non vorrei sbagliarmi, è un'idea mutuata dal Movimento 5 Stelle.
Insomma, al 2025, cercando idee di vero rinnovamen come queste riforme verso più autentiche Repubbliche (democratiche o meno), né a sinistra né a destra nè sopra nè sotto, non c'è niente di nuovo sotto il sole. I
n un futuro che mi auguro quanto mai vicino, mi auspico che questo articolo avrà contribuito a farmi votare per qualcuno in future occasioni elettorali, come invece finora non ho fatto da molte legislature (che poi ci vuole poco, vista la durata media dei governi qui in Italia). Ora non sò se in passato durante il periodo del secondo dopoguerra italiano c'è stata alcuna classe
politica non distante da vedute ed orizzonti temporali più ampi, ma ora tengo specialmente sott'occhio l'età media della classe politica, il fatto che non superi certi limiti: ci sono molte più mentalità conservatrici tra i vecchi che tra i giovani.
Quindi mi rivolgo soprattutto ai molti giovani brillanti interessati alla politica (per quanto mi riguarda seguo la politica ma non ho la vocazione da 'classe dirigente'): forza, smuoviamo questa politica come candidati, che qui ancora poco si muove! E come elettori, meditate elettori, meditate...
I costi
Quanto paghiamo tutto questo lussuoso apparato delle forze dell'ordine? Sono note dolenti, e sotto vari aspetti.
Per comprendere l'allocazione finanziaria e i modelli di spesa delle Forze dell'ordine italiane è necessario navigare nel complesso quadro del bilancio pubblico italiano, in cui i dati sono distribuiti tra più fonti istituzionali e categorie di bilancio. I dati disponibili suggeriscono che, mentre gli stanziamenti di bilancio specifici possono essere identificati attraverso i documenti ufficiali del governo, ottenere cifre di spesa complete richiede l'accesso a più fonti di dati a causa della natura frammentaria della rendicontazione delle finanze pubbliche italiane.
Questa complessità strutturale riflette le sfide più ampie della pubblica amministrazione italiana, dove il coordinamento tra le diverse autorità di bilancio può oscurare il costo reale di specifiche funzioni governative.
Inoltre la ridotta affidabilità dei dati dell'anno precedente (2024) rispetto ai dati di due anni prima (2023) nella rendicontazione finanziaria delle forze dell'ordine italiane deriva da lacune strutturali nel processo di bilancio italiano,
ritardi istituzionali nella rendicontazione
e transizioni metodologiche in corso. Il divario di affidabilità deriva dal processo di bilancio multifase dell'Italia, in cui il 2023 beneficia di un audit a ciclo chiuso, mentre il 2024 rimane in evoluzione a causa di:
- Inadempienza istituzionale con le presentazioni BDAP ([Fonte 2])
- Ritardi nell'attuazione del PNRR che alterano i tempi di spesa
- Transizioni metodologiche nel monitoraggio degli appalti
La piena trasparenza per il 2024 è prevista per il terzo trimestre del 2025, subordinatamente alla conformità regionale e alle verifiche finali. Fino ad allora, le stime di spesa per l'applicazione della legge nel 2024 rimangono intrinsecamente provvisorie, con margini di errore superiori a quelli dei dati definitivi del 2023.
Così mi ero impegnato, considerando le fonti sul web, a dedicare (molto) tempo nei meandri documentali di siti web come quello del Ministero delle Finanze, dell'Interno, della Difesa, dell'Economia e Finanza ed altre fonti più o meno ufficiali, che riportano varie voci da conti economici che mi risultano essere pubblici, e tra le fonti non ufficiali che ho consultato, ringrazio Osservatorio Mil€x, Sipri.org, poi un osservatorio delle Nazioni Unite che accetta report volontari da parte degli Stati, ed altri, per il lavoro di divulgazione che svolgono.
Io quando mi imbattei in queste cifre di spesa a dir poco monumentali, parlo del 2023, e sempre storicamente crescenti, dopo averle viste bene pensai "forse mi sono sbagliato" e dopo ulteriori controlli ancora non ci credevo:
qui ci mandano tutti falliti! Per un'analisi quanto più realistica possibile delle spese per le forze di polizia italiane, vi rimando a questo
post dettagliato,
e qui ne farò una sintesi. Così, a fronte di una previsione di un saldo negativo di
-198.9 miliardi di euro del bilancio di previsione dello stato italiano 2024 (rif.
qui, ma questo sito web ha delle limitazioni) (non menziono il debito pubblico che ha dimensioni fuori controllo), consideriamo per prima la nostra prima gendarmeria, visto che essendo
la più grande forza armata italiana, con circa 110.000 effettivi nel 2023, l'Arma dei Carabinieri consuma una parte significativa dei bilanci del personale della Difesa.
A causa della frammentazione del bilancio, le spese dell'Arma dei Carabinieri sono distribuite in quattro categorie principali, rendendo necessaria la consultazione di più documenti:
- Ministero della Difesa "Documento Programmatico Pluriennale" (DPP) e Rapporto Annuale
- Ministero dell'Interno Bilancio della sicurezza
- Rapporti di attuazione del P.N.R.R. dell'Unione Europea
- Linee guida NATO per la rendicontazione finanziaria
- Per gli investimenti in attrezzature e infrastrutture, incrociando gli annunci di acquisto del Ministero della Difesa con le voci di bilancio del DPP, anche se gli importi esatti specifici per i Carabinieri rimangono incorporati nei programmi di approvvigionamento congiunti.
Sintetizzando i dati disponibili, la stima della spesa totale del 2023 per l'Arma dei Carabinieri si aggira probabilmente tra gli 8,2-8,6 miliardi di euro.
Questa stima riflette la quota di bilancio dell'Arma del 2022, pari al 22,7%, all'interno dei 29,178 miliardi di euro di spesa per la difesa dichiarati dalla NATO
24, aggiustati per l'aumento del bilancio della difesa del 4,8% previsto per il 2023.
I ricercatori devono inviare richieste formali di informazioni attraverso il portale della trasparenza del Ministero della Difesa (pubblicazioni.difesa.it) per ottenere dati dettagliati sulla spesa programmatica.Il totale stimato di 8,2-8,6 miliardi di euro per il 2023 sottolinea la necessità di una maggiore trasparenza di bilancio nella rendicontazione finanziaria del settore sicurezza in Italia.
Dal confronto tra i dati da me ricavati e i dati sulle spese militari italiane di Mil€x (le cui fonti desumo includere il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e Bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024), che riporto in calce al post dedicato alle spese, come vediamo i miei sono un pò più elevati, comunque viene da loro puntualizzato "I dati mostrati sono una stima di spesa militare sotto stimata a seguito dalla scarsa qualità di alcuni dati web (alcuni.).", offrendo a questo osservatorio dei riferimenti in più per le loro analisi.
Visto che stò citando le gendarmerie, per quanto riguarda la Guardia di Finanza, l'accesso a dati completi sulla spesa richiede di navigare nel sistema di bilancio italiano a più livelli e nei portali istituzionali per la trasparenza, dove la struttura di rendicontazione finanziaria della Guardia di Finanza è stratificata e le diverse componenti del bilancio sono gestite attraverso canali istituzionali separati. Quindi il relativo bilancio rimane frammentato tra Ministero dell'Economia, con il 63% del finanziamento totale, il Ministero dell'Interno, con il 22% per operazioni congiunte di ordine pubblico, e fondi strutturali dell'Unione Europea, con il 15% per le iniziative contro la criminalità transfrontaliera.
Questa dispersione rende necessaria l'aggregazione manuale di molte voci di bilancio distinte per calcolare le spese totali (un punto di partenza tra le varie fonti è il Budget dello Stato per il Triennio 2022-2024, scaricabile
qui).
La spesa totale stimata della Guardia di Finanza per il 2023 ha raggiunto la cifra di 5,1-5,4 miliardi di euro.
Per chi come me è interessato ad avere dati precisi, in nome della trasparenza, dovrebbe
presentare richieste formali attraverso il portale della trasparenza del Ministero utilizzando le procedure di accesso della Legge 190/2012,
analizzare i codici di spesa del "Capitolo 3172" nel dataset OpenBDAP, ed esaminare i rapporti di attuazione regionali per le iniziative cofinanziate dall'U.E. La rendicontazione finanziaria della Guardia di Finanza mantiene le complessità strutturali tipiche del modello di finanziamento della sicurezza multi-ministeriale italiano. In attesa di una imminente fusione nella forza di polizia nazionale, i prossimi miglioramenti della trasparenza devono dare priorità alla rendicontazione consolidata delle spese, allineata agli standard di divulgazione finanziaria della NATO.
Riguardo i finanziamenti dell'Italia alla '
EuroGendFor', le informazioni da ricavare sono spalmate o sottese tra componenti di spesa afferenti a diverse voci di bilancio, come quelle per la difesa, per la pubblica sicurezza e per le missioni all'estero: secondo me neanche i titolari della loro contabilizzazione ne conoscono tutti i risvolti, e queste spese in gran parte stanno dentro quelle impiegate per i Carabinieri, titolari per l'Italia di questa organizzazione. In ogni caso un punto di partenza è
qui.
Per quanto riguarda i conti economici della Polizia di Stato, riferiti all'anno precedente a quello in corso (riferiti al 2024), purtroppo devo constatare che le informazioni sono carenti a causa delle limitazioni e delle difficoltà di accesso ai dati. I risultati disponibili dimostrano questa frammentazione, con stanziamenti specifici per le assicurazioni e i benefici per il personale chiaramente documentati, mentre i costi operativi più ampi rimangono incorporati in categorie di bilancio più ampie del Ministero dell'Interno che non sono facilmente accessibili attraverso le fonti esaminate. Ciò suggerisce che un'analisi completa della spesa richiede l'accesso alla documentazione dettagliata del bilancio del Ministero dell'Interno, alle allocazioni di bilancio delle polizie regionali e, potenzialmente, a flussi di finanziamento supplementari che potrebbero non essere catturati nelle pubblicazioni di bilancio standard.
Un approccio ragionevole alla stima richiederebbe di combinare gli stanziamenti specifici documentati con calcoli proporzionali basati sulla forza del personale del Corpo rispetto alle altre forze di sicurezza e sui modelli di spesa storici. Ma per accedere ai dati sulla spesa pubblica della Polizia di Stato italiana è necessario navigare tra più fonti ufficiali: il sito web della Polizia (
www.poliziadistato.it) fornisce l'accesso più diretto a documenti di bilancio specifici, mentre un contesto di spesa più ampio è disponibile attraverso le pubblicazioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze. La natura frammentaria della rendicontazione del bilancio pubblico italiano pone delle sfide per un'analisi completa della spesa, suggerendo ai ricercatori e agli analisti politici di utilizzare più fonti e di riconoscere i limiti intrinseci dei dati disponibili. Per ottenere informazioni più accurate e complete sulla spesa, potrebbe essere necessario un impegno diretto con l'ufficio del bilancio del Ministero dell'Interno o una richiesta formale di documentazione finanziaria completa per integrare le fonti pubbliche disponibili identificate in questa analisi.
D'altro canto, per quanto riguarda i dati per l'anno 2023, ho trovato dei numeri sulla consistenza del personale, circa 100.300 agenti, mentre l'accesso a dati di spesa precisi richiede ancora la navigazione in documenti di bilancio e rapporti istituzionali a più livelli, ma sono riuscito a ricavare numeri più affidabili. Sintetizzando i dati disponibili, la spesa complessiva della Polizia di Stato per il 2023 ha raggiunto i 12,4-13,1 miliardi di euro.
Ciò rappresenta il 37-39% dei 33,9 miliardi di euro di spesa totale del Ministero dell'Interno, coerentemente con il suo ruolo di maggiore forza di polizia italiana per numero di effettivi.
Mentre i documenti ufficiali forniscono i conti a livello di missione, per un monitoraggio preciso delle spese è necessario sintetizzare i dati provenienti da:
- Legge di Bilancio 2023 Allegato 5
- Ministero dell'Interno DPP 2021-2023
- Rapporti di esecuzione del PNRR sulla sicurezza
I futuri miglioramenti della trasparenza dovrebbero stabilire codici di bilancio dedicati per le operazioni ibride militari-polizia e standardizzare i formati di rendicontazione delle spese regionali.
ANALISI COMPARATIVA DELLE FORZE DI POLIZIA NAZIONALI ITALIANE-ANNO 2023
Corpo | Budget 2023 | Personale | Fonte di finanziamento principale |
---|
Polizia di Stato | €12,8Miliardi | 100.302 | Ministero dell'Interno (Missione 05) |
Carabinieri | €8,5 Miliardi | 110.000 | Ministero della Difesa (60%) |
Guardia di Finanza | 5,3 Miliardi | 68.412 | Ministero dell'Economia (63%) |
Ve lo avevo detto che ci mandano falliti a tutti, e visto l'andamento dell'espansione delle polizie, cominciando dalle Gendarmerie, post-guerra fredda ad oggi (avete visto alcuni dati storici in tabella in post specifico), non mi spiego come lo Stato italiano come altri, ancora non siano mai falliti! Ora spero che tutti i lettori con un minimo quoziente intellettivo abbiano capito che siamo di fronte ad un insostenibile carrozzone elefantiaco per il popolo italiano, e sto tralasciando la 'Polizia Penitenziaria' perchè per la soluzione del relativo problema sostengo un ridimensionamento dell'estensione delle loro competenze entro i confini degli ambiti penitenziari. Poi potrebbe esserci chi non vuol capire: in tal caso, quando un pò di gente 'giusta' prima o poi si sarà svegliata (non serve tutto il popolo), sono sicuro che gli 'estimatori' diventerebbero ininfluenti, e le Cupole depotenziate. Io come cittadino mi sento preso in giro, 'curnuto e mmazziato' come dicevo nell'introduzione, come dovrebbe sentirsi preso in giro almeno chiunque sia arrivato sin qui, contribuente o meno. L'Italia è un paese che, se prima era arretrato rispetto a molti, almeno da dopo la graduale decadenza dell'epoca delle Repubbliche Marinare, la quale ha attraversato anche il Rinascimento, dopo il colpo finale infertogli proprio dall'invasione napoleonica, oggi lo è ancora di più.
Diventa quindi inevitabile attuare una riforma strutturale che comporti una allocazione
razionale di consistenze di persone e infrastrutture, come suggerito in precedenza dipendenti dal dicastero dell'Interno, da amministrazioni locali e regionali, da amministrazioni giudiziarie, da istituti di ricerca, da enti della sanità pubblica, che in ogni caso avrebbe rimesso a disposizione del popolo italiano per l'anno 2023 circa 13.3 miliardi di euro considerando il costo minimo delle Gendarmerie.
Quindi, da ciò capiamo che così i contribuenti italiani risparmieranno svariati miliardi di euro all'anno, una volta che il nuovo sistema sarà a regime (ad es.pensionamenti, possibili dismissioni di strutture e mezzi ecc.).
Come ulteriore doverosa informazione,
riporto gli stanziamenti a bilancio per la Presidenza della Repubblica, sostanzialmente stabili dal 2015 ad oggi con 224 milioni di euro l'anno
Idee su come spendere invece questi soldi
E ce ne vorrebbero tanti di soldi da spendere, basta leggere l'elenco a seguire.
Se consideriamo l'opzione dell'assorbimento, oltre che della Guardia di Finanza che ritengo scontato, dei Carabinieri, il relativo costo delle 2 gendarmerie sono almeno 13.3 miliardi nel 2023. Premetto che dalla riforma delle forze dell'ordine, mi aspetto che intanto vengano compiuti sforzi nel potenziamento delle esistenti polizie locali e regionali, per il resto trattasi più che altro di un trasferimento di funzioni, per cui inizialmente alcuni di questi soldi naturalmente rimarrebbero impiegati per la gestione di personale, strutture e mezzi trasferiti una volta riconvertiti, al netto di eventuali che si decidesse di demolire o dismettere, ed eventualmente per personale che si ritenesse necessario da altri enti; il risparmio per lo Stato sarebbe graduale, aumentando man mano che il personale in eccesso và in pensione: un motivo in più per cominciare sin da subito con gli accorpamenti.
E con i soldi risparmiati, a parte le mie conoscenze storico-militari, non essendo esperto o addetto in materia di pianificazione degli interventi statali a beneficio della comunità, per il loro impiego banalmente penso alle tematiche più o meno diffuse e annose spesso oggetto più di dibattiti politici e meno finora di azioni concrete. Pensiamo ad esempio a politiche rivolte allo
Stato Sociale, con il sostegno al
progresso sociale (ho indicato la voce di Wikipedia in inglese, più dettagliata,
qui in italiano;
qui invece trovate dati di interesse, aggregati da
questo database, mentre un indice di progresso sociale è
qui), tramite il supporto e il sostegno ad un
benessere minimo degli individui più deboli e svantaggiati, non solo con fondi di sostegno diretto ad un reddito 'sociale' (ciò riguarda anche me), ma mirando ove necessario ad una integrazione in un tessuto sociale ed economico virtuoso, ed ove occorra intervenendo sui processi di
distribuzione della ricchezza a scopo di ammortizzare le
diseguaglianze economiche (a tal proposito cito dati di riferimento di analisi come
questa, sia a livello internazionale che per nazione), includendo a sua volta lo sviluppo di politiche che impattino in varia misura il
mercato del lavoro e per l'imprenditoria, nel complesso definibili come 'politiche attive del lavoro' (a tal proposito qualcosa c'è, a questi intenti si ispirano iniziative come
fermenti.gov.it e l'agenzia pubblica
sviluppolavoroitalia.it).
E dal punto di vista sociologico, i governi dovrebbero mantenere l'impegno di promuovere comportamenti con equilibrati valori di cooperazione, e non solo di concorrenza, che invece ora più che 'fisiologica' mi sembra spostata verso un'esasperata competizione, antagonismo, rivalità, interessi di parte; poi, adeguata spesa per una sanità pubblica
(prevedendone eventuali effetti dell'inflazione), e riguardo questo argomento cito una problematica che sarà sempre più attuale, visto l'invecchiamento della popolazione, ossia
l'assistenza alle persone anziane, ancorpiù se non auto-sufficienti: se lo Stato deve pianificare di contribuire sistematicamente, serviranno cifre dell'ordine di miliardi di euro; proseguendo nella 'lista della spesa', c'è la
ricerca scientifica (citando un luminare della fisica da poco scomparso, Steven Weinberg: “
Lo sforzo di capire l’universo è tra le pochissime cose che innalzano la vita umana al di sopra del livello di una farsa, conferendole un po’ della dignità di una tragedia”);
sento poi parlare per fortuna sempre più di investire nella sicurezza del lavoro, viste le drammatiche cifre relative agli incidenti legati a questo.
E dopo l'ennesima procedura d'infrazione verso l'Italia da parte della Comunità Europea (con alcune possibili
conseguenze per ognuno di noi), questi risparmi aiuterebbero ad
ammortizzare l'enormedisavanzo di bilancio annuo, poi ci sono da fare opere sul nostro territorio per la gestione del dissesto idro-geologico e l'alto rischio sismico e vulcanico, risarcimenti in tempi non biblici ai territori colpiti da disastri naturali e artificiali, investimenti per il risparmio energetico (l'essere umano è un'irriducibile consumatore di ogni genere con i conseguenti sprechi, anche perché nel corso delle epoche
si abitua a sempre più comodità e vizi), infrastrutture di comunicazione...altre idee
qui e in
questo libro.
Criminalità e pubblica sicurezza
Ove mai ci fosse bisogno dell'ennesimo motivo in più per la urgente e improrogabile riforma strutturale delle forze dell'ordine da me evocata,
dai dati che raccoglievo fino a poco tempo fa, i numeri dei reati assicurati alla giustizia rispetto a quelli commessi, che naturalmente variano sostanzialmente a seconda del tipo di reato, ad esempio reati minori (furti, scippi ed altro) o reati più gravi (rapine, omicidi, lesioni personali ed altro), in generale dimostra che la maggior parte purtroppo rimangono impuniti. Per fare un' esempio, neanche vi potete immaginare quante persone scompaiono in Italia e nel mondo! Le percentuali di casi risolti sono un pò aumentate negli ultimi anni grazie all'uso diffuso delle telecamere di videosorveglianza, ai droni, alle reti cellulari (queste ultime tenderanno ad incidere di meno in futuro sull'efficacia delle indagini perché oggigiorno è facile acquistare delle schede SIM non più collegate ai dati anagrafici dei possessori), al monitoraggio del web a cominciare dai social network (anche qui non sò se la sua efficacia si sosterrà nel tempo). Quindi, il fenomeno del continuo aumento degli addetti alle forze dell'ordine, avvenuto in Italia nei decenni precedenti e fino a poco tempo fà, invece, pensate, è stato parallelo a quello dell'
aumento dei proventi delle organizzazioni criminali (
www.cgiamestre.com/la-mafia-spa-fattura-40-miliardi-lanno/ , Ecomafie ,
Governo spagnolo lancia l'allarme: Europa inondata da cocaina; e a quando il
Fentanyl ed altri 'business'?)!; per non parlare della giungla di intrecci di mafie emerse anch'esse negli ultimi decenni e a livello internazionale, come viene fuori ad esempio da letteratura e programmi d'inchiesta TV (ho notato che, a prescindere da pregiudizi di opinione dei vari canali di comunicazione mediatica, esistono programmi televisivi di approfondimento di qualità), per quanto riguarda la situazione italiana ad esempio a Roma basta che cercate su Google "criminalità organizzata nella Capitale" e vi esce fuori una realtà molto inquietante, riporto
qui e
qui alcuni dei collegamenti web di riferimento.
Che ne dite, indipendentemente da tutto e tutti, considerando solo l'Europa, chi stà vincendo finora, gli Stati o la criminalità organizzata? Risposta: la criminalità organizzata ha continuato ad agire quasi indisturbata. Insomma, come abbiamo visto, tutto questo fumo per poco arrosto, mentre qui ci vuole il contrario! Riporto le parole del compianto giudice Giovanni Falcone “La mafia sarà vinta quando la società civile non le darà più consenso”, quindi la repressione non è sufficiente, e serve che una massa critica della società aborrisca le mafie, e non solo, possono fare sicuramente la loro parte l'educazione e l'istruzione soprattutto negli individui in età dello sviluppo: come ha detto Maria Falcone nell'occasione del trentennale delle stragi che uccisero prima suo fratello e poi il giudice Paolo Borsellino: “La mafia si combatte con la scuola, la formazione e la cultura”, e poi la testimonianza di Salvatore Borsellino, anche lui 'orfano' del fratello, tra i suoi messaggi: "La mafia verrà sconfitta da un esercito di maestre" e poi "Studiate perché la mafia teme l'istruzione e la cultura": in tutto questo la politica deve essere parte attiva nel prepararne il substrato, ma su più fronti, quello educativo e ad esempio incentivando imprenditoria e lavoro.
Poi non parliamo dell'evasione fiscale, una storica 'pratica' molto diffusa nel nostro paese (nel 2023 c'è stato un 'tax gap' stimato di 80-100 miliardi di euro). E di esempi nei quali il tasso di criminalità prescinde dalla presenza di polizie militari se ne possono trovare un pò dappertutto, ne cito solo qualcuno per brevità: in Messico negli ultimi 6 anni ci sono stati circa 180.000 omicidi, le organizzazioni del
narco-traffico sono sempre più potenti, tra
sparizioni forzate, torture, femminicidi,
violenze sessuali e domestiche, in
Colombia violenze legate a gruppi armati di narco-trafficanti, in Nigeria tratta di esseri umani e mafie. Di contro, per riprendere considerazioni fatte in precedenza, quante volte sono regimi di stato militari a soffocare diritti umani. E non ci illudiamo, personalmente non vedo miglioramenti nel breve periodo (no, non è una considerazione 'distopica', ma più realistica).
Certamente poi ci saranno quantità
realisticamente e razionalmente pianificabili di addetti e infrastrutture per la pubblica sicurezza, e quindi lasciamo perdere reggimenti, battaglioni, compagnie, divisioni e legioni (questo appellativo è retaggio degli eserciti dell'antica Roma), questi devono essere parti degli eserciti, ma piuttosto
qualità, e tecnologie al passo, visto che la criminalità stà un passo avanti sotto l'aspetto delle tecnologie, come ha detto un giudice in prima linea nella lotta alle mafie, in alcune interviste. Un esempio di tecnologia sfruttata dal crimine è
questo. Inoltre non sarà facile trovare un compromesso per salvaguardare quel poco di
privacy (
link alternativo) che ci è rimasta, visto
l'evolversi delle normative e degli strumenti di indagine sempre più evoluti. Il tutto non può poi prescindere da una rivoluzione sulla prevenzione, tra i cui fattori chiave vedo scolarizzazione, opportunità e supporto per l'inserimento di tutti gli individui nel tessuto socio-economico legale e virtuoso, diffusione gratuita della cultura generale, patrocinio dell'arte e della musica di qualità, e
la corretta valorizzazione dell'importanza e della gestione dell'informazione al pubblico. Per tale scopo bisogna modulare un equilibrio tra riservatezza delle indagini e divulgazione sociale nei tempi e modi più utili alla società onesta: se Tizio è una persona fondamentalmente onesta e Caio un delinquente, se quest'ultimo è indagato ci sarà un dato momento (scegliendolo in base all'efficacia raggiunta nelle tempistiche o tappe di completamento delle indagini) in cui potrebbe convenire che ciò, o in parte ciò, che si è scoperto di Caio si divulghi, nel momento in cui le possibili informazioni che apprendono le persone come Tizio (società onesta) diventano più efficaci o importanti delle contro-misure attuate da Caio (società disonesta). È importante supportare
pubblicamente un giornalismo di inchiesta di qualità, che diventa complemento o addirittura sostituzione della 'vox populi', la quale sotto gli aspetti della legalità, è importantissima vista come scudo di protezione insieme alle forze dell'ordine di Polizia, modulando anche un connubio tra privacy personale e correttezza di divulgazione (anche per non cadere in false o premature accuse o notizie inconsistenti o peggio infondate, trasformando il giornalismo da utile a deleterio), come nel ragionamento su Tizio e Caio.
Questa tematica può prendere spunti matematici dalla Teoria dei giochi, considerando come le scienze sociali possano da questa beneficiarne.
Certe espressioni dell'Unione Europea possono darci una bella mano, ancor più in un percorso verso una Federazione di Stati Europei
Non posso non menzionare il ruolo della storia politica europea con la relativa letteratura (cominciando con
i pionieri dell'Unione Europea), nel cammino verso una Unione Europea sempre più compiuta, sul cui ruolo recentemente per fortuna si è riacceso un dibattito anche visti i tempi tumultuosi degli equilibri internazionali, e da molte parti si stà sentendo
l'urgenza ad accelerare un percorso verso un' Europa più unita politicamente, a tal proposito si possono trarre spunti dal
Manifesto(l'originale è in lingua olandese) scritto dal politico belga Guy Verhofstadt, un’Europa che in un futuro non troppo lontano potrebbe assumere almeno un ruolo di interposizione tra Cina, Russia e Stati Uniti, nel contesto di un
Ordine Globale: spero davvero che i politici europei abbiano finalmente calpito che
altrimenti una federazione europea unita è spacciata in partenza. Spunti si possono trarre anche da altri paesi come U.S.A., Canada, Australia, e affini (cito Paesi con regimi non totalitari o simil-tali), oltre a Germania, Belgio, Austria, anche la Svizzera, che sono già di per loro delle
federazioni a vario titolo e grado.
Per poter contribuire ad una ulteriore spinta a riformare le forze di polizia negli stati in cui sono problematiche, che è un tema principale di questo articolo, l'ideale sarebbe una
Polizia Federale Europea, ne dò un motivo in più citando quelle poche operazioni di successo più incisivo nella lotta ad organizzazioni criminali come 'N'Drangheta, che sono avvenute sotto l'egida di EuroPol: una polizia europea sarebbe una evoluzione in senso strutturale di questa agenzia.
Alcuni dei problemi da risolvere in questa direzione non sarebbero semplici, visto l'ambito pluri-linguistico delle popolazioni interessate, di contro le polizie federali di stati come Germania ed Austria, come del resto l'FBI statunitense, interessano comunità linguistiche omogenee: proprio per questa possibile istituzione mi viene in mente una suddivisione delle risorse umane per ambito territoriale di appartenenza, almeno fintantoché un giorno, non ci sarà anche una lingua comune. Se mai si comincia...
Intanto ecco un excursus del tormentato cammino storico per mettere in piedi una
integrazione europea, con i relativi
trattati tra quelli che sembrano essere non condizionati da ingerenze da parte di organizzazioni militari. È stata anche messa in piedi una
Costituzione europea, ma quello che manca è una cooperazione europea rafforzata in accordo ai principi del sopracitato Manifesto. Io son del parere che le nazioni che titubano troppo, o per dirla in parole povere che vogliono stare 'con un piede dentro ed uno fuori', ci ripensino o se ne escano dall'Unione (facile a dirsi, lo sappiamo, ma i tempi stringono). Una testimonianza rilevante di 'incoraggiamento' in senso filo-europeo è in un
discorso di Winston Churchill, mentre
qui una presentazione dalla
letteratura italiana sull'argomento.
Per l'attuale organizzazione amministrativa dell'Unione Europea, una fonte è
questa, mentre per una mappa istituzionale ricercabile, c'è il
sito web ufficiale.
Insomma, i governi di nuova generazione dovrebbero svegliarsi e darsi una mossa.
Cupole e guerre
Per quanto abbiamo sin qui considerato si vede che i regimi di governo militari sono anche correlati a scenari di guerriglie, come ad esempio è stata la guerra civile spagnola. I tempi in cui viviamo vedono una nuova corsa agli armamenti e una crescente spesa militare globale dei governi come mai fino ad oggi, tutta spesa che
aumenta in un contesto di guerre, crescenti tensioni e insicurezza (dopo la Finlandia, anche la Svezia, avvertendo una minaccia ad Est, è appena entrata nella NATO e fornirà addirittura
truppe e armamenti alla Lettonia), con il ristabilirsi di scenari che hanno delle affinità con quelli della guerra fredda post-1945. Questo, dopo i
tentativi passati, ha anche riacceso l'interesse dei leader politici dell'Unione Europea ad equipaggiarsi di una forza militare condivisa, e in tal senso
ci sono dei problemi da risolvere, e d'altro canto un'
Esercito europeo comune sarebbe auspicabilmente più
piccolo e meno oneroso della
somma dei singoli eserciti. Per ora vedo iniziative quà e là di collaborazione tra stati dell'Unione, come
questa per dare un impulso al livello di capacità di difesa aerea, ma senza progetti sistematici.
Una descrizione della attuale normativa europea sugli approvvigionamenti militari si trova in questo
libro, e il 'SIPRI Yearbook' (scaricabile
qui per l'anno 2023 in varie lingue) fornisce una panoramica degli sviluppi in materia di sicurezza internazionale, armi e tecnologia, spesa militare, produzione e commercio di armi, conflitti armati e gestione dei conflitti, insieme agli sforzi per controllare le armi convenzionali, nucleari, chimiche e biologiche. Insomma,
l'umano spirito bellicoricorre frequentemente, sin dalla notte dei tempi. E visto che le guerre spesso causano ingenti flussi migratori,
qui riporto alcuni dati riguardo la relativa drammatica situazione da affrontare urgentemente a livello internazionale, con
un pensiero al destino di tanti bambini, visto il fenomeno delle tratte dei minori.Ecco ora una breve lista di siti web di osservatori dell'economia militare nel mondo:
ai quali chiedo, in aggiunta al consueto monitoraggio sulle spese generali militari nel mondo, e laddove non ci siano difficoltà troppo impegnative, una periodica estrapolazione del numero, consistenza e costi delle forze dell'ordine ibride, ad ordinamento militare con giurisdizione civile, come ho 'fotografato' in questo articolo riguardo l'Italia per Carabinieri e Guardia di Finanza al 2022-23. Ritengo che nei paesi che hanno a cuore diritti civili e libertà di espressione, ci dovrebbe essere l'obbligo da parte delle amministrazioni statali, di pubblicazione periodica attraverso mezzi ufficiali, in maniera chiara e trasparente, delle consistenze e spese riguardo tutte le Forze dell'ordine.
Ciò costituirebbe anche un parametro importante per avere un quadro di riferimento sulla situazione politica dei vari stati nel mondo, considerando che gli autoritarismi hanno bisogno di un intenso uso della forza per mantenere l'ordine pubblico di cui hanno bisogno.
Qui una lista di osservatori diritti umani:
Una riflessione sulla storia delle rivoluzioni e ribellioni
La mia è una fede per Repubbliche che hanno raggiunto una maturità tale da sgombrare il campo per uno storico cambio di rotta, essendo diventate finalmente consapevoli che dopo oltre 2 secoli bisogna chiudere definitivamente con queste eredità dell'impero napoleonico (in Francia da prima ancora) e la successiva Restaurazione dell'ordine conservativo che sancì il ritorno delle monarchie assolute che soffocavano nel sangue i vari
moti insurrezionali durante la prima metà dell'ottocento, e poi dell'espansione incontrollata delle forze dell'ordine un pò dappertutto a partire dalla fine della guerra fredda tra Stati Uniti e U.R.S.S., tutti aspetti causa di retrocessioni storiche nell'evoluzione della società umana in Europa.
Ora che la maggior parte di voi spero si sia resa conto di tutta questa storia, quello che serve all'Italia e ad altri popoli è capire che il Risorgimento, che liberò i popoli dagli oppressori costando la vita a tanti coraggiosi,
non è ancora terminato, dove ora abbiamo bisogno di continuare la sua opera con un grande rinnovamento culturale, liberandoci da tutto ciò che impedisce la nostra evoluzione come espressione di uno stato di diritto, che nel caso italiano, come abbiamo visto, ci hanno lasciato i savoia.
Questo cambio di rotta non è facile né immediato purtroppo, direbbe qualcuno sveglio: ma abbiamo visto che, a parte molti paesi che ho elencato al paragrafo ‘I cambiamenti già avvenuti altrove’ che hanno da sempre una unica forza di polizia nazionale, alcuni stati ex-mittel-europei come pure Irlanda, Grecia, Albania, Bulgaria, Danimarca già hanno 'attraversato lo spartiacque', e sappiamo che se non si hanno ambizioni e non si mira in alto, le cose vanno per le lunghe: ma la direzione è tracciata. E sappiamo che l'unione di persone con nuove coscienze fà la forza: qualsiasi attività in questa direzione ha un grande significato, anche se nell’immediato non raggiungesse risultati concreti, perché è una crescita di consapevolezza collettiva per il futuro prossimo venturo.
Faccio ancora qualche riflessione che riguarda in linea generale la condizione dei governanti e dei giovani di questi tempi: pur non togliendo nulla al valore di proteste di strada come, per fare qualche esempio, quelle inerenti rivendicazioni di giustizia sociale, o contro forme di oppressione, la storia ci racconta che generalmente le rivolte di strada, più raramente hanno prodotto effetti significativi, se non spesso essere represse nel sangue in maniera reazionaria, come ad esempio i sopracitati vari moti insurrezionali in Europa durante la prima metà dell'ottocento contro le monarchie assolute come quelle della Restaurazione
controrivoluzionaria; con ciò si intuisce anche come il ruolo delle minacce alla sicurezza interna come motore dell'espansione per il caso delle forze di gendarmeria, è un concetto che si sia esteso anche a stati extraeuropei.
Al confronto, diversi sono stati i casi di successo delle 'rivoluzioni culturali' o comunque 'guidate' da persone che non facevano parte della gente comune. Ad esempio, per quanto concerne il miglioramento delle condizioni dei diritti di un popolo, uno storicamente recente esempio di rivoluzione di successo è stata quella in Polonia che portò Lech Wałęsa alla presidenza del paese, però pensateci, è stato determinante un Papa polacco...
Come per la riunificazione dei diversi territori più o meno occupati dell'Italia 'geografica', insieme all'impresa della spedizione dei Mille è stato strategico per la sua riuscita purtroppo un'aristocratico, Camillo Conte di Cavour, e ci fu lo zampino della Marina inglese. Peccato che per cacciare le monarchie precedenti (i borboni al Sud Italia) ci è costato di sostituirle con un'altra monarchia, i savoia (ai quali Giuseppe Garibaldi dimostrò devozione, non sò se utilitaristicamente per raggiungere i suoi obiettivi o meno, od anche se si può collegare alla sua appartenenza alla loggia massonica del Grande Oriente d'Italia; il primo aspetto è considerato nel testo di questa
sezione Wikipedia che ho già segnalata), mentre mi sarebbe piaciuto se già allora avesse vinto una nuova Repubblica/(Con)federazione, come sarebbe sicuramente piaciuto a Mazzini (una Repubblica).
Comunque, per tutte le comunità che vorrebbero aspirare a progredire, oltre naturalmente all'impegnarsi nella vita politica, riguardo alle proteste ci sono proposte per
vie d'uscita alternative, che vedo prendere spunti dalla resistenza a regimi oppressivi tramite la disobbedienza civile di massa, come quella che ha portato progressivamente l'India di Gandhi il '
Mahatma' all'indipendenza dagli inglesi. E come ho già fatto intendere bisognerà sempre impegnarsi e vigilare per non regredire. Includo
qui e
qui riassunti di 2 recenti
rapporti annuali di Amnesty International sulle violazioni dei diritti umani in tutto il mondo.
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Ritorno al futuro: riforme costituzionali delle istituzioni politiche per un REALE punto di svolta rispetto a quel passato ed alle sue ingerenze di stampo napoleonico-aristocraticoHo effettuato una panoramica sui sistemi di governo di altri paesi compresa qualche infografica sul sistema statunitense, del quale di seguito vi lascio i riferimenti. Intanto per quanto riguarda l'Italia, per mettere in pratica tutte queste buone intenzioni sono prioritarie riforme a protezione dei governi legittimi da possibili ingerenze di altre istituzioni avulse (estranee) a un concetto moderno di politica, dove riscontro che ai normali 'pesi' della politica si contrappongono in maniera decisiva quelli militari. Per approfondire l'argomento, sarebbero utili separate analisi comparate con l'organizzazione di sistemi di governo in altri paesi più capaci nel mantenere stati di diritto più efficaci, come tendenzialmente sono le Repubbliche di tipo più strettamente
parlamentari dell'Italia, che come vedremo di seguito non rappresenta queste fattispecie.
Certo, bisogna comunque sempre tener presente, la storia ce lo insegna, il carattere intrinsecamente evolutivo della politica stessa, e tra gli altri dare un'occhiata per conoscenza alle diverse
competenze istituzionali e
relativi organi di quello statunitense. Questo naturalmente prescinde dal fatto che gli stessi governi possano 'fare danni'.
Comunque, analizzando meglio il caso italiano,
non sò fino a quale misura l'Assemblea Costituente del 1946 voleva la figura del Presidente della Repubblica 'essenzialmente' in veste di rappresentante dell'unità nazionale (sostanzialmente degli italiani), e di 'arbitro' o garante della Costituzione senza altre estensioni di attribuzioni, visto che dobbiamo ben riflettere sulla sua forma storica ed attuale, dove egli ha tutta un serie di
funzioni, (e
qui una panoramica) stabilite in differenti parti della attuale Costituzione, che favoriscono un suo ruolo di attore di
ingerenze nell'azione politica, quindi trattasi di attribuzioni che a mio avviso, in base all'organizzazione del sistema politico italiano, conferiscono al Capo dello Stato dei veri e propri poteri 'extra', deducibili da quelli che vedrete
sottolineati nell'elenco a seguire. Innanzitutto vi invito a meditare seriamente su alcuni: quelli di
Capo delle Forze Armate (in altre Repubbliche di tipo strettamente parlamentare di questo potere ne ha titolo un Presidente-Premier), e di
Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura (organo amministrativo di auto-governo, ad eccezione di chi appunto lo presiede, della Magistratura).
Ci sono poi altre sue funzioni che seppur 'indirettamente', nel complesso rafforzano il suo ruolo di indirizzo politico, sebbene l'articolo 89 della Costituzione prevede controfirme dei Ministri agli atti presidenziali, qualche sua investitura và in una direzione di garanzia, qualcuna 'con riserva', qualcuna poco. Le riporto anche qui per agevolare la maggior parte dei lettori: nomina un terzo dei componenti della Corte Costituzionale, ratifica trattati internazionali previa autorizzazione parlamentare, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere, può sciogliere le Camere, indice le elezioni, nomina il Presidente del Consiglio con i Ministri, nomina fino a cinque senatori a vita, promulga le leggi (con la possibilità di un eventuale loro re-invio alle Camere) ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti, autorizza la presentazione in Parlamento dei disegni di legge governativi, indice i referendum, nomina alcuni funzionari statali di alto grado.
Visti quindi i poteri conferitigli, accentrati in questa istituzione monocratica (ossia unico organo composto da una sola persona) ed auto-determinata (non sono previsti controlli sul suo operato) quale attualmente quella del Presidente della Repubblica, del quale, come ho detto prima, ho i miei dubbi riguardo la sua definizione intesa come essenzialmente di 'rappresentante' ed 'arbitro' o 'garante'
, questi sfociano spesso e senza impedimenti in poteri di indirizzo politico, nonostante qualcuno,
di parte o meno, vorrebbe far credere il contrario: la riprova è la lunga storia delle varie interferenze nella politica italiana del Capo dello Stato, delle quali citerò a breve episodi tra i più recenti molto rappresentativi. D'altronde, per i più attenti, ho già in precedenza evocato il retaggio di una figura storica del passato...Vari episodi della nostra storia non potevano quindi che confermare un potere parallelo a quelli di Governo, Parlamento e Magistratura (tra gli esempi menzionati più prominenti che ho ricavato da fonti online A.I. figurano i mandati di Giovanni Gronchi, Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Giorgio Napolitano, Sergio Mattarella, a cui aggiungo Carlo Azeglio Ciampi, in carica durante quel losco periodo politico dei 'sinistri', di cui ho parlato nel paragrafo dedicato). Insieme a
questo articolo che farà contento qualcuno e scontento qualcun'altro, ma qui
non è lo scopo di questi interventi dell'istituto presidenziale che ora ci interessa, ma quanto questi episodi, tra i più recenti, siano molto rappresentativi delle interferenze dei Capi di Stato (ecco perché a seguire propongo riforme
radicali a questo problema), lascio qui un breve elenco di analisi storiche al riguardo per chi volesse approfondire, quasi tutte in lingua inglese:
1,
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8.
Dalla precedente disamina di quel famigerato periodo storico dell'Europa, corroborato da dati statistici significativi di una mia indagine che correla le forme di governo nel mondo con la presenza o meno di più di un'organo di polizia a copertura nazionale, abbiamo allora evidenza che oltre al fenomeno della diffusione delle Gendarmerie, anche i Presidenti delle Repubbliche di quei paesi i cui governi sono organizzati in certi modi, come quello italiano, presentano aspetti ereditati dai monarchi della Restaurazione a loro volta ereditati da Napoleone, e questi Presidenti hanno potere di indirizzo sugli organi istituzionali principali, Governo, Parlamento e Magistratura: quindi vedo il sistema politico dell'Italia avente certe affinità con una repubblica semipresidenziale, indovinate un pò? alla francese, che ha una struttura diarchica nella gestione del potere esecutivo, sdoppiato tra il Presidente della Repubblica e il Primo Ministro [nota esterna], con qualche differenza rispetto alla Francia dove il Presidente della Repubblica è eletto dal popolo, come il Parlamento, e la sua durata in carica è stata ridotta a 5 anni⁹.
Secondo una definizione purtroppo
comunemente accettata l'Italia ha una forma di Governo di tipo Repubblica Parlamentare, la stessa Wikipedia così la classifica, ma, forse per motivi di sintesi, espone categorie in linea generale (la stessa voce in inglese ne ha qualcuna in più), che sorvolano sulle tante variazioni/dettagli che esistono caso per caso (con caso limite che sarebbe ogni stato o comunità come categoria a sé), comunque nel testo della voce referenziata viene discusso questo aspetto. Perdipiù in Italia, una nazione
con molti aspetti foschi, sfumati, ai quali finora nessuna classe dirigente si è mai sottratta, e con i quali generalmente la Cupola 'ci sguazza bene', questo nostro sistema politico 'ibrido' presenta zone d'ombra inaccettabili per una Repubblica vera. Io definirei quindi l'Italia una Repubblica parlamentare almeno con riserva.
La questione è complessa e della massima importanza, comunque innanzitutto bisogna rivedere bene le istituzioni dei Presidenti di certe nazioni: trasformarle in consessi di natura più collegiale, direttoriale, in un senso popolare, o implementare, per riprendere una metafora che ha un pò preso piede tra chi si interessa di politica (che purtroppo non tanti coltivano) e che rende l'idea, una forma di 'contrappeso' che ora manca a questa istituzione (In Francia una sorta di bilanciamento dei loro 2 organi esecutivi può esprimersi solo in eventuali periodi di
coabitazione, che però ora sono molto più improbabili dopo una riforma delle scadenze elettorali e della durata del mandato dei Presidenti), ma per me, se consideriamo queste opzioni come mutuamente esclusive, la prima sarebbe migliore. si dovrebbe considerare se la relativa riforma costituzionale debba andare oltre, prevedendo un riassetto più 'parlamentare', nella quale un'eventuale Capo di Stato o ha una funzione meramente rappresentativa/cerimoniale, ed il potere esecutivo sarebbe esclusivo di un Premier-Presidente con i suoi ministri, con i loro atti 'vagliati' dal Parlamento ed altri organi già esistenti (cui accennerò), oppure abrogare questa istituzione.
Quindi, per progredire verso una più realistica Repubblica, oltre alla riforma delle forze dell'ordine, servono delle riforme istituzionali di portata storica per l'Italia ed altre nazioni
rimaste indietro.
Ora, io non sono un esperto in qualche disciplina umanistica coadiuvato da giuristi e da qualche altra professionalità di tipo tecnico utile allo scopo aventi veramente idee di rinnovamento (riguardo le quali dovrebbe essere la norma, più che l'eccezione), ma insomma, si pongono questioni complesse ma urgenti, per le quali già in passato si erano messe in piedi delle commissioni di lavoro che affrontavano materie così importanti, senza produrre risultati: quindi qui ci vorrebbero dei tavoli per un'"assemblea ri-costituente", con ulteriori capacità di sintesi per evitare complessità poco praticabili: farò qui un ragionamento empirico, che coinvolge riforme di revisione della parte 2 della attuale Costituzione.
Partendo quindi da questa 'confusa' realtà politica italiana, intanto a mio avviso una delle soluzioni prioritarie è quella di una nomina parlamentare dei governi senza il passaggio presidenziale per la nomina più o meno 'formale' del Primo e dei Ministri, e la tutela di una loro prefissata stabilità temporale, ovviamente di qualsiasi 'colore' politico essi siano, naturamente con limiti massimi temporali a ciascun mandato, ma come vedremo un pò più nel dettaglio, nei casi di ri-elezione propongo periodi via via decrescenti; a tal proposito l'attuale Governo (2025) propone un'elezione a suffragio universale del Capo di Governo ma, così come un'elezione diretta di un Capo di Stato (come avviene in Francia), in base a quanto discusso in precedenza riguardo la democrazia, non sò quanto questo possa risolvere i problemi. Qui stò trattando questioni urgenti ed incitando a testare proposte pratiche ed efficaci, e ribadisco, senza significati legati a nessuna faziosità politica: ritengo che il vantaggio di scongiurare interferenze esterne politicamente inaccettabili ai principali organi politici sia prioritario.
Proseguendo il discorso, aldilà di confronti con altre nazioni 'smilitarizzate', per brevità intanto mi limito a considerare l'ipotesi, che per quanto già detto è una delle possibili opzioni, che vá in direzione di una Repubblica più strettamente 'Parlamentare', con la sostituzione di quelle
funzioni storiche che abbiamo visto essere appannaggio del Presidente della Repubblica italiana, per mezzo di organi/enti più 'diffusi', più 'sparsi' (ma non troppo).
Così, per una supervisione dell'operato dei poteri esecutivo e legislativo, per cominciare si potrebbero modulare bene i
relativi rapporti di forza tra Governo e Parlamento. Poi per quanto riguarda chi elegge la Corte Costituzionale
², che è la più importante istituzione di garanzia costituzionale delle leggi in Italia, una questione che ritengo molto delicata, a mio (non tanto modesto) avviso il potere di nomina del Presidente della Repubblica di un terzo dei componenti o sarebbe cassato (nel qual caso i componenti saranno per metà di nomina parlamentare e il resto nominato dalle magistrature superiori), o sarebbe attribuito a qualche organo collegiale di altra natura giuridica competente ad indicare personalità idonee agli orientamenti di cui alla nota [2a] (prendendo spunti dalla discussione fatta in precedenza sulla democrazia, suggerirei come candidati esperti in discipline umanistiche), poi, sempre parlando come non esperto, proporrei per essa la facoltà di poter prendere iniziativa propria in casi in cui la Corte Costituzionale stessa ritenga di intervenire. Riguardo un'altra questione delicata, ossia la necessità di 'mediare' o 'arbitrare' sulla corretta gestione dell'autonomia costituzionale dell'amministrazione del potere giudiziario, ruolo ora attribuito al Presidente della Repubblica in qualità di presidente del
Consiglio Superiore della Magistratura, probabilmente sarebbe maggiore il dibattito di come sostituire tale funzione: ad esempio se come organo individuale o se collegiale (in questo caso un'ufficio di presidenza più collettivo aggiungerebbe complessità burocratica), composto da chi, se si tratterebbe anche di un'organo di supervisione, e se collegiale se composto da enti giuridici di natura diversa ecc., domande più o meno simili valgono per chi eleggerebbe il/la/i presidente/i, dal momento che dovrà essere eletto/a/i da qualcuno indipendente dal C.S.M. stesso. A tal proposito, due parole sul lavoro dei magistrati (ma anche degli avvocati, che mi risulta siano giustamente ben pagati, poi secondo me devono esistere anche avvocati pubblici parimenti retribuiti): il loro è un lavoro in primis che richiede una irreprensibile
integrità morale (come già detto per i servizi di intelligence), e pensateci, svolgono un ruolo di alta responsabilità (a maggior ragione nel processo penale), per alcuni c'è un alto rischio personale, uniti ad un impegno credo molto dispendioso, quindi devono non solo essere pagati tanto (come lo devono essere i medici pubblici), ma l'organizzazione lavorativa della giustizia deve fare in modo di scongiurare possibili (e forse attualmene probabili) sovraccarichi di lavoro (esiste un termine tecnico,
Sindrome da burnout): in Italia i giudici sono sufficienti per la mole di lavoro dei procedimenti? No? Assumiamoli con assistenti e personale di supporto, è una questione a tutela di chi già opera e del buon diritto per tutti.
Chiusa questa parentesi, proseguendo per il caso di possibili riforme verso una Repubblica Parlamentare, se a qualcuno, ed attualmente non saranno in pochi, l'abrogazione della carica di Presidente della Repubblica sembra troppo, dico a costoro che si potrebbe considerare di mantenere questa figura istituzionale in una veste puramente rappresentativa della nazione.
Per completezza riguardo il quadro degli attuali organi istituzionali di controllo, volevo menzionare anche
altri organi previsti dalla Costituzione nell'
ordinamento politico italiano, i quali condensando, nel loro insieme hanno funzioni giurisdizionali, di controllo, di revisione dei conti pubblici, consultive, di potere esecutivo (ossia possono impartire azioni obbligatorie), così il Consiglio di Stato
³ (che è anche giudice d'appello per le decisioni dei T.A.R.) in merito agli
atti amministrativi, la Corte dei Conti
⁴ con competenza in materie di contabilità pubblica, ed a livello più puramente consultivo e di monitoraggio il
Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL)⁵, con poteri di iniziativa legislativa e facoltà di contribuire all'elaborazione della legislazione in materie economiche e sociali; qui è da notare che v
erso la fine del 2016
questo organismo è venuto alla ribalta dell'opinione pubblica italiana, in quanto la sua abolizione era prevista dalla riforma costituzionale Renzi-Boschi, poi bocciata con apposito referendum costituzionale. Conclude la lista di questi organi il controversoConcludendo, cito poi
casi nei quali un potere consultivo vincolante spetta al popolo, attraverso l'istituto del referendum abrogativo e, in materia costituzionale, attraverso l'istituto del referendum confermativo delle leggi costituzionali (per una panoramica vedasi questa
sezione di una voce di Wikipedia).
Se poi si prendesse in considerazione una revisione più generale in direzione di una riforma più ampia dell'organizzazione di almeno certa parte dell'ordinamento politico italiano,
mi immagino una concertazione di sapientemente congegnati organi politici che si ispirano a idee come controllo, garanzia, supervisione, mediazione, di e tra differenti istituzioni pubbliche, anche comprendendo/rivedendo più o meno quelli attuali, con un eventuale Capo dello Stato aventi solo funzioni rappresentative/cerimoniali,
ed introducendo ove occorre preposti collegi arbitrali alla stregua di probiviri, giurie e 'revisori tra pari' (mentre ad esempio abbiamo i revisori dei conti), senza poteri di indirizzo politico, e men che meno funzioni come presiedere le Forze Armate ed altre come quelle specificatamente sottolineate in precedenza riguardo il Capo dello Stato nella sua forma attuale, tutto senza appesantire troppo la macchina burocratica.
Infine, qui non elaboro su domande come chi controlla controllori (ma allora chi controlla controllori dei controllori? Oppure: quali concertazioni di controllo reciproco introdurre? Ecc.), d'altronde non si può controllare tutto, cercando una sintesi equilibrata per non inficiare capacità e tempistiche decisionali: potremmo banalmente dire sarebbe 'troppa burocrazia della burocrazia'. Forse questo sarà oggetto di un post separato con approfondimenti tecnici, che linkerò qui.
Inoltre queste auspicate riforme prevedranno
limiti ben modulati a numero e durata dei mandati di un Presidente-Premier, ovvero alla sua durata in carica complessiva al fine di controllare potenziali derive autocratiche. Per quanto riguarda le durate temporali dei mandati, affinando un pò le idee, si potrebbe fissare il mandato di uno stesso Premier in sotto-periodi di durata progressivamente decrescente, ossia ad esempio 5 poi 3 poi 2 anni oppure 4-3-2-1 anni (una maggiore lunghezza all'inizio terrebbe conto della fase di 'avvio', e successivamente una crescente brevità va nel senso di momenti di verifica: se dopo un certo periodo piace agli elettori, verrà rivotato, altrimenti nel caso di nuovo governo si ricomincia con i sotto-periodi, fino alla prossima verifica elettorale), con un limite massimo poniamo di 10 anni di durata in carica complessiva per ciascun Premier. Sarà poi prevista la gestione di altri aspetti come eventuali casi di sfiducia/dimissioni/interruzioni dei governi per qualsivoglia causa. E non mi aspetterei aumenti proibitivi di organizzazione e costi elettorali, anche avvalendosi di più di tecnologia collaudata, come ad esempio sistemi di televoto presso le sedi elettorali, con sistemi di verifica con firma anagrafica digitale.
Se poi qualche lettore ha soluzioni migliori al grosso problema di ingerenze non legittime alle istituzioni politiche, sarei felice di ascoltare.
Poi certamente esistono lobbies e potentati storici e non, ad esempio ho buoni motivi per pensare che quelle petrolifere o di altro genere siano ancora attive. Però personalmente non credo a quelle che sono state evidenziate essere
teorie del complotto, ne cito alcune come Piano Kalergi, rettiliani, i 'cattivi' George Soros e Bill Gates (aldilà delle opinioni espresse dai personaggi qui citati, il concetto complottista è il vederli tra coloro che tramano qualcosa, ma questi 'complotti' nessuno li ha mai provati, piuttosto mi sembra che c'è qualcuno che li alimenta come ho già detto in precedenza), il 'potere forte' World Economic Forum, misteriosi trattati ecc., che a mio avviso si rivelano più che altro distrazioni quando non depistaggi di opinione pubblica: le vere Cupole non credo vadano cercate in quei posti. Per esserne invece un pò più consapevoli, cito alcuni altri poteri condizionanti le decisioni politiche, storici e reali, come il Papa e altre autorità religiose, certa massoneria con le sue connessioni (oltre alle passate vicende italiane della '
loggia P2' (
2) (
3) (
4) e '
P3-P4'), l'ormai abbastanza noto Club Bilderberg. E su questi 'mondi paralleli' variamente interconnessi o meno, per fortuna c'è ormai una cospicua letteratura d'inchiesta (della quale vi lascio qualche esempio qui (
1) (
2) (
3), compresa una '
rete di archivi' pubblica), chi ha tempo, cercando in giro e
osservando attentamente le fonti, può farsi quindi una cultura sull'argomento, visto anche che i cittadini comuni, se e quando ne diventano informati, è solitamente dopo tempo, anche includendo desecretazioni di documenti storici istituzionali riservati.
Ritorno al passato, il caso delle Gendarmerie: la sintesi perfetta
“Nell'Esercito vi era un'arma che aveva sopra tutto carattere esclusivamente dinastico: l'arma dei Carabinieri. Era questa l'arma del Re. Anche qui il Fascismo cercò di organizzare una polizia che desse garanzie dal punto di vista politico e vi aggiunse una organizzazione segreta: l'OVRA."
(Da: Benito Mussolini, Il tempo del bastone e della carota. Storia di un anno (ottobre 1942 - settembre 1943), in supplemento al Corriere della Sera, n. 190 del 9 agosto 1944, p. 40).
Fate bene attenzione alla parte sopracitata che ho sottolineato: dovrebbe bastare questo come sintesi a 'svegliare' la cittadinanza, e per fare rima, estendendo il caso alla Guardia di Finanza, altra eredità unicamente italiana di un'epoca solo apparentemente lontana.
P.S.: Ah dimenticavo, all'inizio dell'articolo menzionavo categorie di lettori che potrebbero avere problemi nell'assimilarne i significati, sperando che superino eventuali impasse; tra queste categorie mi aspetto anche 'per logica' appartenenti alle svariate forze di polizia magari in diverse misure, e tendenzialmente loro parenti e amici, mentre mi auspico collaborazione di come minimo un'altra parte dei lettori di questa stessa specie.
"Il carrozzone và avanti da sé,
Con le regine, i suoi fanti, i suoi re"
(Il Carrozzone, Renato Zero)
Appendice
Riferimenti normativi che interessano le manifestazioni
Segnalo qui alcuni riferimenti normativi di base in materia di ordine pubblico, per il caso italiano e a livello sovranazionale, che insieme possono delimitare un contesto di interesse per meglio esprimere giudizi su notizie specifiche di proteste e manifestazioni. Nei casi delle manifestazioni in generale, sarebbero richiamati
(bisogna usare il verbo condizionale perché stante quanto in generale esposto nell'articolo, abbiamo visto che ancora non c'è mai stata una Repubblica vera e propria in questo ed altri paesi) un paio di articoli della nostra Costituzione:
Articolo 21
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. [...]", e
Articolo 17
"I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica." Quindi nei luoghi pubblici è sufficiente un preavviso, poi eventualmente l'autorità può vietare una riunione per comprovate motivazioni specifiche. Questo è un'aspetto che può sfuggire a molti, ma è una caratteristica molto importante di un seppur pseudo-Stato di diritto come il nostro, rispetto ad un'altro che non lo è affatto.
L'articolo 40 poi articola ulteriormente la materia più specificatamente sul diritto di sciopero; per quanto concerne le iniziative sociali e politiche in materia di
diritti umani nel mondo, dobbiamo citare anche l'articolo 18 della
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (qui alcuni dati storici dalla sua applicazione), Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, organo del Consiglio d'Europa di Strasburgo (che è un'organismo indipendente dalla Comunità Europea, e spesso l'indipendenza è una forma di tutela).
Note
1) Una storia a sé è il paradiso fiscale Repubblica di San Marino, che pure mantiene più forze di polizia, ad ordinamento militare e giurisdizione civile, d'altronde in un paese che sembra fiero di ordini cavallereschi di nostalgica evocazione medievale...non ho nulla contro la storia del medioevo, ma la storia è anche cambiamento, per indicare qui 'metodi' non più applicabili all'era moderna (Medaglie, decorazioni e ordini cavallereschi sammarinesi).
Per quanto riguarda la Gendarmeria dello Stato del Vaticano, si chiama in questo modo considerando che dal punto di vista giuridico questo stato è una monarchia assoluta, con un retaggio simile alle altre ex-monarchie europee, facendo intuire che sono milizie con un'evoluzione storica simile a quella delle loro gendarmerie.
2) La Corte Costituzionale giudica le controversie sulla legittimità costituzionale delle leggi e sui conflitti di attribuzione di competenze tra diversi organi dello Stato. Le modalità in cui essa agisce sono in via principale o d'azione, considerata un'azione preventiva, ed in via incidentale o di eccezione, considerata un'azione successiva; ciò non prevede che la Corte applichi un principio di 'motu proprio', nè è obbligata ai controlli di sua competenza su ogni singola promulgazione legislativa od atto avente forza di legge. L'Italia ha ratificato il trattato sull'istituzione della Corte penale internazionale, sulla Corte europea dei diritti dell'uomo e, nel 2014, ha accettato l'obbligatorietà della giurisdizione della Corte internazionale di giustizia.[9]
2a)
[elettori della Corte Costituzionale]
Questa struttura mista è finalizzata a conferire equilibrio alla Corte costituzionale: per favorire tale equilibrio il [l'Assemblea] costituente associa, nella composizione dell'organo, l'elevata preparazione tecnico-giuridica e la necessaria sensibilità politica." (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Corte_costituzionale_(Italia)#Composizione)
3) Nell'espletamento della sua funzione consultiva, il Consiglio di Stato fornisce pareri circa la regolarità e la legittimità, il merito e la convenienza degli atti amministrativi dei singoli ministeri, del Governo come organo collegiale o delle Regioni. [https://it.m.wikipedia.org/wiki/Consiglio_di_Stato_(Italia)#Attribuzioni_consultive]. In sede giurisdizionale [giudicante] ha funzione di tutela [anche dei cittadini] nei confronti degli atti della pubblica amministrazione. In particolare il Consiglio di Stato è il Giudice di secondo grado della giustizia amministrativa, ossia il Giudice d'appello avverso le decisioni dei TAR (Tribunale Amministrativo Regionale). Il Consiglio di Stato, inoltre, svolge funzioni di giudice in unico grado in sede di
giudizio di ottemperanza, ossia in quel giudizio teso a ottenere che una pubblica amministrazione esegua una sentenza emessa dal Giudice ordinario o dal Consiglio di Stato stesso. [https://it.m.wikipedia.org/wiki/Consiglio_di_Stato_(Italia)#Attribuzioni_giurisdizionali]
4) La Corte dei Conti è un giudice speciale amministrativo previsto dall'art.103 della Costituzione con giurisdizione in materia di contabilità pubblica. Le sue funzioni principali sono:
- Funzione giurisdizionale (giudicante): Decide su controversie di contabilità pubblica, responsabilità amministrativa di pubblici dipendenti e amministratori, compresi quelli di società sotto controllo pubblico, e contenzioso pensionistico.
- Funzione di controllo: Esercita controlli preventivi di legittimità sugli atti governativi e controlli consuntivi sui bilanci pubblici. Queste funzioni si estendono alle amministrazioni decentrate (Regioni, province e comuni) per garantire i vincoli di stabilità interni e quelli derivanti dall'appartenenza all'UE.
- Funzione consultiva: Fornisce pareri agli enti locali e riferisce alle Camere sui risultati dei controlli.
- Potere esecutivo: In sede di controllo può modificare, sospendere o annullare provvedimenti per insufficiente copertura finanziaria o impiego non ottimale delle risorse pubbliche. [https://it.m.wikipedia.org/wiki/Corte_dei_conti_(Italia)#Funzioni]
5) Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL)[https://it.m.wikipedia.org/wiki/Consiglio_Nazionale_dell%27Economia_e_del_Lavoro#Funzioni]
6) (Consiglio Supremo di Difesa)"Le sue funzioni sono in gran parte delineate in negativo, ciò perché la maggior parte dei compiti concretamente decisionali, rientranti nella generale dizione della L.n.624/50, rientrano in realtà nelle competenze di altri organi. In particolar modo l'indirizzo politico in materia di politica estera e militare spetta al Governo, e la determinazione dei piani strategici e di difesa dei confini sono di competenza del Capo di stato maggiore. Di conseguenza il CSD si limita a svolgere attività consultive e istruttorie per le decisioni del Consiglio dei ministri, al pari di un Comitato interministeriale, fenomeno con il quale è molto affine." (cit. Wikipedia)
7) Presidente della Repubblica dal 1999 fino al 2006: Carlo Azeglio Ciampi.
1998-2000: Governo D'Alema 1 e 2, con Russo Jervolino e Bianco (Interno)-Pasini e Mattarella (Difesa)-Visco (Finanze)-Diliberto (Grazia e Giustizia);
da notare che in quegli anni l'Italia partecipò pure alla guerra del Kosovo.
2000-2001:Governo Amato 2, con Bianco (Interno)-
Mattarella (Difesa)-Del Turco (Finanze)-Fassino (Grazia e Giustizia).
Sempre da notare, nel dicembre del 2000 il
Consiglio europeo di Nizza, a seguito del quale scaturì la già menzionata fantomatica EuroGendFor.
8) 2006-2008: Governo Prodi 2, con D'Alema (Interno)-Parisi (Difesa)-Padoa Schioppa (Economia)-Mastella/Scotti (Giustizia);
2013-2014 : Governo Letta, con Alfano (Interno)-Mauro (Difesa)-Saccomanni (Economia e Finanze)-Cancellieri (Giustizia);
2014-2016: Governo Renzi, con Alfano (Interno)-Pinotti (Difesa)-Padoan (Economia)-Orlando (Giustizia);
2016-2018: Governo Gentiloni, con Minniti (Interno)- Pinotti (Difesa)-Padoan (Economia)-Orlando (Giustizia).
9) In Francia, un esempio dagli osservatori preso storicamente a riferimento come Repubblica Semi-presidenziale, al potere esecutivo
francese viene dato l'appellativo bicefalo ('2 cervelli', ndr), condiviso tra il presidente della Repubblica e il primo ministro, capo del governo, e la Francia rimane una repubblica parlamentare a (forte) influenza presidenziale e una definizione più corretta della forma di governo potrebbe essere regime parlamentare presidenzializzato o regime parlamentare birappresentativo [nota esterna], o ancora si può parlare, esclusi i periodi di coabitazione, di lettura presidenziale della Costituzione
Questo articolo occasionalmente potrebbe avere aggiornamenti da fonti o notizie pertinenti.
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